domenica 28 agosto 2011
LA FESTA DELLA SEDUZIONE
Il seduttore evoluto vive la seduzione come una festa. Questo è uno degli aspetti più importanti che lo differenziano rispetto ai seduttori che lo hanno preceduto: dai miti letterari di Don Giovanni e Casanova, dal seduttore kierkegaardiano ai ricchi play boy del gossip. In tutti questi casi la festa della seduzione è ambita e ricercata in ogni momento, spesso in modo ossessivo. Il seduttore evoluto sa invece bene che se fosse sempre festa, la festa si dissolverebbe e diventerebbe ripetitiva quotidianità. Il volere sfuggire con una sorta di seduzione permanente alle consuetudini e alle abitudini quotidiane è del tutto vano perché si risolve in altre consuetudini e in altre abitudini.
Il seduttore evoluto non considera la seduzione come una liberazione dalla quotidianità, ma al contrario vive bene la vita di tutti i giorni perché sa come darle il valore che merita. Non solo senza giorni feriali non si saprebbe cos'è un giorno festivo, ma il tempo dell'attesa è anche il tempo della preparazione e del potenziamento dei piaceri di cui si potrà godere. Come il sonno sospendendo la vita ci prepara ad accoglierla nella sua pienezza, così anche la quotidianità ci apre all'esperienza della festa. L'indugio nella pacifica consuetudine delle solite cose ci apre al desiderio della scoperta e della novità.
La festa poi non può essere anticipata: quando non c'è, non c'è. Questo significa che anche un approccio senza la festa della conquista può essere accolto come il piacere della conoscenza e dell'esperienza. E, a suo modo, tutto ciò che può contribuire a immaginare la festa - da un semplice sorriso a una più concreta promessa - rende la quotidianità più leggera e più ricca.
La festa non può nemmeno essere rimandata. Chi ha saputo attenderla, prepararsi ad accoglierla, sa che quello è un momento irripetibile e straordinario a cui sarebbe un delitto rinunciare.
sabato 20 agosto 2011
SI VERGOGNI!
Ho appena finito di leggere nel "Manuale del seduttore evoluto" il capitolo sulla seduzione sul posto di lavoro. Premetto che sono una mamma e lo sono per scelta. Vale a dire che sto a casa ad accudire i quatto figli che sono nati in dodici anni di matrimonio e lo faccio senza particolari rimpianti. Anche perché potrei tornare in qualsiasi momento nell'azienda di mio marito.
Dopo avere letto di come sia facile per un principale sedurre una bella subordinata sto pensando seriamente di rinunciare alle gioie di fare la mamma a tempo pieno. Così, visto che sono anche interprete, posso seguire io "il capo" nei suoi viaggi all'estero.
Non mi sembra giusto stare a casa a fare la brava mamma, ad aspettare il suo ritorno, mentre lui, magari, se la spassa con la bella subordinata di turno. Mi spiace dirglielo, ma il Suo manuale è un ottimo strumento solo per sfasciare le famiglie. Si vergogni!
P.S. Il mio vicino di casa è un giovanotto di una trentina d'anni che lavora tutte le mattine a casa, proprio mentre i figli sono a scuola. Se non fossi una donna di irreprensibili principi morali che non si lascia ispirare dai suoi "consigli" potrei suonare alla sua porta. Una donna sola, e ancora piacente, trova sempre il modo di farsi aiutare.
Confesso di ricevere di frequente commenti di questo tipo, anche se in genere le donne che li postano stanno un po' più attente a non svelare i propri desideri più profondi e, purtroppo, inconfessati. Ribatto raramente a tali esternazioni, spesso più adatte a sollevare l'interesse di uno specialista in psicanalisi che in seduzione. La segnalo perché quel "si vergogni" indica come spesso l'atteggiamento moralista nasca di un sentimento rancoroso e da una volontà repressiva: un sentimento di rancore perché il marito potrebbe godere di un piacere di cui lei si priva; una volontà repressiva perché si sente in dovere di decidere lei le cose giuste per il marito.
Se per lei è giusto e buono, dunque anche bello e piacevole sentirsi di "irreprensibili principi morali" perché allora si scaglia contro chi non ha lo stesso suo piacere? Non è lei quella che sa come armonizzare la sua vita ai suoi desideri? Oppure, come si legge tra le righe anche senza saper nulla di psicanalisi, la sua moralità è un peso e, forse, anche un dolore?
Il manuale di seduzione per evoluti è amorale perché non vuole decidere per gli altri. Parla a coloro che sanno del piacere di riconoscere e soddisfare i propri desideri nel campo della seduzione. Gli altri possono ignorarlo completamente e trovare la propria strada al piacere anche senza la seduzione. Ammesso che ci riescano.
P.S. Il rancore, e una fantasia alquanto morbosa, hanno fatto evidentemente prendere fischi per fiaschi alla signora dagli irreprensibili principi morali. Nel Manuale del seduttore evoluto non vi è nulla che possa far pensare alla facilità della seduzione, men che meno quando si tratta di conquistare una bella subordinata.
martedì 16 agosto 2011
LO SCOPO DEL MANUALE DEL SEDUTTORE EVOLUTO
Chi scrive di seduzione - visto il pungente interesse per l'argomento - è costretto nelle più diverse occasioni a dovere rispondere a domande del tipo: "Scrivi per esperienza diretta o sei costretto a ricorrere alla fantasia?". Devo confessare che non sempre chi pone questo genere di domande rinuncia a un sorrisetto beffeggiante. Non per frenare il senso dell'umorismo altrui, ma semplicemente per fare chiarezza su ciò che mi ha portato a scrivere il "Manuale di seduzione per evoluti" e per dichiarare le competenze su cui si basa, trovo opportuno specificare quanto segue:
1) Non è necessario essere, o anche solo credersi un seduttore per scrivere un manuale di seduzione. È anzi quasi vero il contrario. Chi sa fare le cose gratificanti - e tra queste vi è indubbiamente la scoperta di nuovi orizzonti - è ovvio che si impegni a farle. Come potrebbe trovare il tempo, la pazienza e anche l'altruismo per insegnarle?
2) Chi scrive di seduzione deve per forza avere caratteristiche diverse da quelle di un seduttore; la differenza tra il primo e il secondo è la stessa che - con le debite proporzioni - si manifesta tra Konrad Lorenz e un'anatra. Mentre il primo è impegnato a osservare, capire e spiegare cosa accade nel mondo delle anatre, l'altra ha altri impegni. Non può scrivere di etologia perché deve semplicemente fare l'anatra. Allo stesso modo anche un seduttore è giustamente impegnato non a scrivere ma a fare altro.
3) Se l'azione non può non caratterizzare il conquistatore, la capacità di osservare, pensare, comprendere e sentire l'animo altrui deve contraddistinguere chi scrive per insegnare. Solo così è in grado di rendersi conto dei comportamenti altrui, di rielaborare la propria esperienza e di trarne giovamento. Fondamentale è la capacità di imparare dalle esperienze negative - possibilità questa preclusa al seduttore perfetto che vola di trionfo in trionfo - per segnalare gli errori che conducono al fallimento.
4) Lo scopo del manuale non è certamente quello di presentare chi scrive come un modello perfetto da imitare. Il suo obiettivo è ben più ambizioso: fare capire come funzionano le cose nel mondo della seduzione affinché ognuno trovi la propria strada per entrarci e viverci bene.
5) Anche se non tutti possono diventare seduttori che soddisfano ogni loro desiderio (ci sono frontiere a cui ci si può avvicinare ma che non si possono superare) la lettura del seduttore evoluto aiuta a capire chi si è, cosa si vuole e cosa si può volere. Il fine è quello di imparare a valorizzare le proprie caratteristiche. Anche se non si potranno sempre celebrare trionfi si può trovare nella consapevolezza di sé il presupposto ideale per mettersi di nuovo alla prova traendo piacere dalle nuove sfide.
sabato 6 agosto 2011
I manuali di seduzione vengono scritti solo per chi non he ha bisogno?
Lettere al Perfetto Seduttore
Caro Perfetto Seduttore,
mi sono entusiasmato a leggere i tuoi consigli sulle frasi rompighiaccio. È sempre stato un mio problema cominciare a parlare con una ragazza. Mi avvicinavo alle meno carine perché pensavo che fosse più facile. Non ha mai funzionato lo stesso, forse perché provavo a fare lo spiritoso proprio nel modo che tu hai spiegato che non si deve fare. E così dicevo frasi come "complimenti alla mamma", "il tuo viso ha illuminato la mia giornata", "o tu sei la più bella del mondo oppure io non viaggio abbastanza".
Non è che me le fossi inventate io (non è che ho tanta parlantina), ma le avevo imparate da un altro manuale e visto che era sempre un fallimento quando ci provavo sono stato contento di leggere che era tutto sbagliato e tu consigliavi la cosa giusta.
Così ieri sera in discoteca mi sono detto: "Perbacco, se funziona è meglio andare diretti dalla più bella!". Così ho fatto e prima di buttarmi sono andato in bagno a ripassare per bene le tue frasi rimpighiaccio: "oggi soffro di amnesia, veniamo spesso qui insieme?", "complimenti per la tua borsa, che stile! Dove l’hai comprata?" (Se ha la borsa altrimenti orecchini, guanti o quant'altro), "Mi piaci e sembri una persona interessante! Sono Giacomo come va?".
Mi sono avvicinato speranzoso anche se molto emozionato: era la prima volta che ci provavo con una ragazza così bella. Ho dovuto aspettare un po' che finisse di parlare con un altro che ci provava pure lui. Appena ha smesso di parlare mi sono buttato e le sono andato proprio vicino vicino per dirle una cosa in un orecchio, visto che la musica era così alta. Sarà stata l'emozione di avere una bella ragazza così vicino, o il suo profumo che mi faceva quasi svenire, o altre cose che non so ma proprio non sono riuscito a dire niente e sono stato lì fermo come un salame. Poi lei si è allontanata di colpo, quasi spaventata direi perché ero lì che respiravo forte senza che mi venissero in mente le tue frasi. Dovevo dire qualcosa per salvare almeno un po' la situazione e così mi è scappato uno stupidissimo: "sei la ragazza più bella della discoteca". Anche se mi ha sentito è come se non avessi detto niente perché si è messa subito a parlare e a sorridere con un altro.
Sono molto deluso perché adesso anche se so cosa si deve dire il risultato è sempre lo stesso fallimento. Per te è certamente diverso, funziona sempre, credo, perché sei bravo e hai la parlantina. Però io che sono così imbranato cosa possa fare? Non è che hai scritto il tuo manuale per chi è già bravo?
Intanto bisogna dire che un manuale che attira lettori tanto sprovveduti si squalifica già da solo. "Dimmi chi ti legge e ti dirò chi sei" si potrebbe affermare parafrasando un detto ben noto. La lettera contiene tante ridicole stupidaggini che non mi sarebbe mai venuto in mente di postarla se non fosse stato per l'ultima frase. Nella sua ingenuità svela una verità che purtroppo ai più risulta nascosta: anche il migliore manuale del mondo non serve a nulla se colui che poi deve metterne in pratica gli insegnamenti non è pronto per farlo. Sarebbe come affidare una Ferrari a un pilota che non ha neanche la patente e poi chiedergli di vincere un gran premio. Per questo il Manuale del seduttore evoluto - a differenza degli altri manuali di seduzione - pensa soprattutto al suo lettore, lo vuole audace ma saggio, emotivamente coinvolto ma sereno.
Il Manuale del seduttore evoluto all'aspirante seduttore della lettera avrebbe insegnato come la grande felicità di una conquista non la si possa ottenere con formule magiche ma eventualmente in diverse tappe e ognuna con la sua impagabile felicità. Se si impara questo si imparerà anche ad accogliere la possibilità di un miracolo le rare volte che accade.
lunedì 1 agosto 2011
Istruzioni per l'uso del "Manuale del seduttore evoluto" 1
Lui: "Scusa, ma tu devi essere proprio strana"
Lei: "E perché mai?"
Lui: "Ho fatto e detto tutto quello che c'era sul manuale del seduttore perfetto e tu non hai reagito per niente"
Lei: (attonita): "Cosa?"
Lui: "Ho comprato apposta un manuale di seduzione, ho faticato tantissimo per imparare a memoria come si fa a portarsi a letto una bella ragazza e tu cosa fai? Niente. Non ti degni della minima attenzione"
Lei: (sgranando gli occhi): Stai scherzando vero?
Lui: Ma va là! Io non sono un tipo che scherza. Io vado al sodo. Leggi qui, c'è scritto nero su bianco quello che ti ho detto per fare colpo su di te, l'ho imparato alla perfezione. E leggi bene la frase alla fine della pagina: "Se vi comportate come vi ho descritto e se ripetete tutto quello che vi ho detto di dire, ogni donna cadrà ai vostri piedi e soddisferà ogni vostro desiderio". Perché tu non hai nessuna intenzione di soddisfare i mie desideri?"
Questo è un dialogo palesemente assurdo, forse proprio così non si è mai verificato. Eppure sfogliando la gran parte dei manuali di seduzione sembra che sia legittimo avere le aspettative del "seduttore" di questo dialogo. Chi scrive tali manuali non solo afferma di sapere tutto della seduzione (bisogna diffidare degli esperti che non sanno quello che non si può sapere), ma promette anche il successo garantito. Ogni sua frase contiene la comunicazione implicita: "se fate come vi dico io di certo non andrete in bianco". Se fosse veramente così non avrebbe difficoltà a inserire nel contratto d'acquisto la clausola "soddisfatti o rimborsati". Questo non si farà mai perché chi scrive sa bene - e se non lo sa è ancora peggio - che sta vendendo un'illusione. Non vi è nulla di male, non è questo il punto, giacché vi sarà sempre chi ha più bisogno di illusioni che di realtà. Chi però vuole vivere intensamente la realtà ricca e affascinante della seduzione deve imparare la via, per certi aspetti non semplice ma molto gratificante, del sapere convivere con l'imprevedibilità e l'incertezza. Già questo è una prima fondamentale caratteristica per avere successo.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...
-
A quanto pare tra i video pornografici più scaricati dalla rete vi sono quelli dedicati a una moglie che si abbandona a un focoso amplesso ...
-
COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...
-
Da innumerevoli giorni il seduttore evoluto non parlava più ai suoi discepoli i quali gli ripetevano frastornati : “Maestro, il tuo silenzi...




