Chi scrive di seduzione - visto il pungente interesse per l'argomento - è costretto nelle più diverse occasioni a dovere rispondere a domande del tipo: "Scrivi per esperienza diretta o sei costretto a ricorrere alla fantasia?". Devo confessare che non sempre chi pone questo genere di domande rinuncia a un sorrisetto beffeggiante. Non per frenare il senso dell'umorismo altrui, ma semplicemente per fare chiarezza su ciò che mi ha portato a scrivere il "Manuale di seduzione per evoluti" e per dichiarare le competenze su cui si basa, trovo opportuno specificare quanto segue:
1) Non è necessario essere, o anche solo credersi un seduttore per scrivere un manuale di seduzione. È anzi quasi vero il contrario. Chi sa fare le cose gratificanti - e tra queste vi è indubbiamente la scoperta di nuovi orizzonti - è ovvio che si impegni a farle. Come potrebbe trovare il tempo, la pazienza e anche l'altruismo per insegnarle?
2) Chi scrive di seduzione deve per forza avere caratteristiche diverse da quelle di un seduttore; la differenza tra il primo e il secondo è la stessa che - con le debite proporzioni - si manifesta tra Konrad Lorenz e un'anatra. Mentre il primo è impegnato a osservare, capire e spiegare cosa accade nel mondo delle anatre, l'altra ha altri impegni. Non può scrivere di etologia perché deve semplicemente fare l'anatra. Allo stesso modo anche un seduttore è giustamente impegnato non a scrivere ma a fare altro.
3) Se l'azione non può non caratterizzare il conquistatore, la capacità di osservare, pensare, comprendere e sentire l'animo altrui deve contraddistinguere chi scrive per insegnare. Solo così è in grado di rendersi conto dei comportamenti altrui, di rielaborare la propria esperienza e di trarne giovamento. Fondamentale è la capacità di imparare dalle esperienze negative - possibilità questa preclusa al seduttore perfetto che vola di trionfo in trionfo - per segnalare gli errori che conducono al fallimento.
4) Lo scopo del manuale non è certamente quello di presentare chi scrive come un modello perfetto da imitare. Il suo obiettivo è ben più ambizioso: fare capire come funzionano le cose nel mondo della seduzione affinché ognuno trovi la propria strada per entrarci e viverci bene.
5) Anche se non tutti possono diventare seduttori che soddisfano ogni loro desiderio (ci sono frontiere a cui ci si può avvicinare ma che non si possono superare) la lettura del seduttore evoluto aiuta a capire chi si è, cosa si vuole e cosa si può volere. Il fine è quello di imparare a valorizzare le proprie caratteristiche. Anche se non si potranno sempre celebrare trionfi si può trovare nella consapevolezza di sé il presupposto ideale per mettersi di nuovo alla prova traendo piacere dalle nuove sfide.

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