mercoledì 28 agosto 2013

C'È SEDUTTORE E SEDUTTORE


Sono diversi e variegati gli esempi di seduttore che ci offre la storia e da cui, dunque, si può trarre ispirazione a seconda delle proprie attitudini e possibilità. 

Il seduttore passionale è una specie di asceta della seduzione: abbandona tutto ciò che ha per dedicarsi completamente all'amata. Per lui non esistono leggi, bisogni, relazioni che possano distoglierlo dall'inebriante  realtà in cui lo porta l'essere di cui si è invaghito. Data la difficoltà di conciliare la vita con i sogni, il risultato di tale sconsiderata passione è generalmente funesto: morte, follia, carcere ne sono gli esiti più comuni. Non a caso il seduttore passionale vive di preferenza nel mondo della letteratura.

Un modello più moderno è rappresentato dal seduttore per interesse materiale. Benché si tratti di una tipologia di gran lunga più fortunata della prima, i loro membri devono tuttavia fare i conti con le conseguenze non di rado catastrofiche dei loro successi una volta smascherato l'intento che li guida. Le vendette di amanti ferite, la guerra del loro comunque ostile entourage, può portare come nel primo caso a tragiche conclusioni. 

Il seduttore esteta sembra avere vita più facile, ammesso che la sua possa essere considerata vita. Per lui, infatti, la seduzione è un puro gioco solitario che si nutre di sensazione intime del tutto distaccate dall'esperienza reale. Anche la più fugace ed eterea delle relazioni è per lui ragione di sommo godimento se gli riesce di condurla nell'intimità solitaria del proprio mondo interiore. L'arte –  poesie, musiche, quadri e quant'altro sia un surrogato sublime anche se inanimato della vita – gli offre lo spazio ideale in cui raccogliere i frutti della sua seduzione decisamente sui generis.

Il seduttore evoluto prende nettamente le distanze da questi esempi. Per lui la seduzione non è mai un mezzo per raggiungere un fine che sia estraneo all'esperienza amorosa. In essa non si esaurisce però il senso della suo essere giacché il seduttore evoluto sa trovarvi l'energia per fare meglio ogni cosa della vita.

martedì 20 agosto 2013

IL DOPO E IL PRIMA



                              
Non accade poi così di rado anche nella vita ciò che spesso accade  nei sogni: svegliarsi sul più bello e vedersi così sottrarre da sotto il naso l'oggetto del desiderio. L'improvviso allungamento dell'età pensionabile quando già si era acquistato un kit completo per il giardinaggio, un risotto fenomenale che scuoce malamente per colpa di una telefonata, una improvvisa, totale e irreversibile amnesia nel bel mezzo di una promettente interrogazione a scuola e così via.

Nella vita di un seduttore è di certo una delle esperienze più frequenti, forse in gran parte per la fondamentale affinità tra il suo mondo e quello di un qualsiasi sognatore. Già un ragazzino alle prime armi deve scoprire che lunghi pomeriggi di studio in comune nella propria cameretta o a conversare sull'erba di un parco, non portano necessariamente a conoscere il sapore di un vero bacio della bella compagna di classe. Anche l'interessante sconosciuta che al tavolo di un locale ascolta e ride divertita di una brillante conversazione, che addirittura si lascia sussurrare cose all'orecchio offrendo il profumo della sua pelle e la carezza dei suoi capelli, può scomparire tanto improvvisamente quanto era comparsa semplicemente con una frase –  terribile in confronto alle attese – del tipo: “È stato bello, spero di incontrarti di nuovo”. “Credo nella fedeltà” è poi l'asserzione stupefacente che l'avvenente vicina di pianerottolo sa dire ricomponendosi frettolosamente dopo un paio d'ore di dolci effusioni sul divanetto di un piano bar in una serata impegnata ufficialmente in una lunga e noiosa riunione condominiale.

Il seduttore evoluto reagisce alla tragedia della gioia sfumata come un tifoso saggio deve reagire quando la sua squadra perde una partita facendosi rimontare e poi superare nei minuti di recupero: affrontando con coraggio per alcuni minuti la disperazione più assoluta e profonda, rendendosi però poi subito conto che dopo una gara ne arriva puntualmente un'altra e che dunque il dopo è sempre anche il prima di una partita.


martedì 13 agosto 2013

L'ENERGIA VITALE DELL'ISTINTO


La marchesa di O., una delle opere più note di Heinrich von Kleist, è in genere giustamente letta come una storia di violenza contro una donna inerme la quale trova tuttavia la forza di ribellarsi alla sopraffazione, dunque come un caso esemplare di emancipazione e di liberazione della donna. Forse anche per questa ragione la sua vicenda può portare un insegnamento di grande utilità alla consapevolezza di sé di un seduttore che voglia evolversi.

La storia può essere così brevemente riassunta: scoprendosi incinta senza rendersi conto di come possa essere avvento il concepimento, ripudiata dalla famiglia, riceve la confessione di un ufficiale russo, proprio di colui che l'aveva salvata dalla violenza di un manipolo di soldati: rimasto solo con lei svenuta, sopraffatto da una cieca e folle passione si era approfittato di lei, ma ora, sempre più intensamente innamorato, intende chiederle la mano e sposarla immediatamente. La marchesa, benché in un annuncio sul giornale avesse cercato il padre, chiunque fosse, affinché sposandola assumesse le sue responsabilità, reagisce alla rivelazione con un moto di orrore e si rifiuta categoricamente di vederlo. Solo un tenace e lungo corteggiamento a distanza, l'assunzione di tutti i doveri ma di nessun diritto di sposo e di genitore, convince la marchesa dei sentimenti dell'ufficiale ed è così che la storia si conclude nel più classico del lieto fine: una matrimonio felice rallegrato da altri figli.

La domanda su ciò che ha indotto la marchesa a mettere prima alla prova il suo violentatore e poi a sposarlo trova una risposta in una concezione della colpa che non esige solo l'espiazione del colpevole. Si tratta di considerare ciò che ha spinto l'ufficiale alla violenza come una forza della natura in grado sì di assoggettare gli umani ma anche di elevarli. La loro umanità non si rivela allora nella loro innocenza, ma nel modo in cui reagiscono al male che possono procurare. Il rimanerle accanto rischiando la corte marziale, l'accettare un contratto di matrimonio che lo teneva lontano da lei e del figlio, l'averla attesa a lungo, ha convinto la marchesa di come l'energia vitale della passione che nell'ufficiale si era mostrata nella sua veste più cieca, disordinata e violenta, avesse potuto indirizzarsi in modo costruttivo verso l'ordine di una relazione. La marchesa accettandolo come colpevole gli offre l'opportunità di dimostrare come l'istinto che ha prodotto la violenza su di lei potesse essere dirottato nell'assunzione di responsabilità, nella costruzione di una esistenza.

A differenza del puro che si nega alla vita, il seduttore evoluto sa dei rischi racchiusi nell'abbandono alle sue ricchezze. Ma sa anche che è possibile trovare in esse l'energia per porre rimedio ai danni che eventualmente procurano.



COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...