lunedì 10 dicembre 2012
LO STATO DI GRAZIA DEL SEDUTTORE EVOLUTO
Non si nasce seduttori evoluti, lo si diventa. In questo divenire si impara a rispondere alle sollecitazioni di una parte istintiva - l'istinto alla bellezza, al piacere, all'esperienza, alla conoscenza ecc. - attraverso l'esercizio e la riflessione. L'esercizio richiede lo sforzo di acquisire una abilità in una competenza specifica, né più né meno alla stregua di un artigiano, di un atleta o di un artista che devono applicarsi in modo costante e metodico. Non deve dunque mancare l'impegno fin dalla più giovane età ad uscire dal proprio timido guscio per avvicinare nelle più svariate occasioni chi si fa desiderare in modo tanto deciso. All'azione deve però corrispondere un impegno altrettanto audace e volitivo nel ripensare a cosa si è detto e fatto, a come ci si è insomma comportati, al fine di comprendere ciò che è accaduto e di migliorarsi costantemente.
Il primo grande compito è quello di imparare dalle esperienze negative e fare di ogni insuccesso, o di ogni così detta vittoria di Pirro, una occasione di riflessione e di insegnamento per il futuro. In un certo senso il giovane seduttore in apprendistato deve andare contro la propria natura che gli suggerisce di rinchiudersi cercando di compensare in qualche modo ciò che la vita non gli concede ancora - e forse mai gli concederà - con generosità.
Ciò che caratterizza un seduttore che si dà il compito di evolversi è il perseverare nonostante i fallimenti e le esperienze negative e, dunque, l'evitare le vie più comode per sceglier quelle più impervie ma ben più gratificanti. Parafrasando Paolo (1 Corinti 13,11) il seduttore evoluto può dire di sé: "Quando ero adolescente, pensavo e agivo da adolescente, ma diventato uomo, ciò che ero da adolescente l'ho abbandonato." Il seduttore evoluto deve per questo essere guidato, sorretto e alimentato dalla grazia di un'attrazione irresistibile verso la bellezza e il piacere non surrogato, una grazia che obbliga al confronto su un terreno ostico e impegnativo e fornisce l'impulso a migliorarsi.
Per questa ragione il fine dell'esercizio e della riflessione non è, non può essere, solo quello di raggiungere un unico obiettivo. L'impulso a cui l'adolescente trova un'unica origine e un'unica finalità, si trasforma nel seduttore evoluto in una stato di grazia generale che gli permette ogni volta di affrontare l'esperienza della seduzione con animo grato pur nella sua incertezza e imprevedibilità. Anche se non potrà godere delle gioie della creazione e del creato sarà in ogni caso arricchito in sapienza e conoscenza.
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