domenica 29 gennaio 2012
LA LOTTA E LA DANZA
Tra le molte scriteriate strategie a cui si possono affidare le proprie felicità amorose vi è di certo quella che si basa su un'interpretazione decisamente miope dell'antica massima “in amore vince chi fugge”. Più ci si fa desiderare, si vaneggia, e più si accresce il proprio valore e più, dunque, si viene desiderati. Si sostiene questo non riuscendo ottusamente a capire che l'eros e la passione prendono vita in dimensioni tanto complesse dell'animo umano da trascendere qualsiasi legge mercantile. Se si pensa a quanto sia infantile il gesto di scappare per farsi inseguire, si comprende anche quanto possa essere lontano dalla consapevolezza del seduttore evoluto: sono i bambini che appena si sentono ignorati sottraggono ai genitori la loro presenza di figli teneri e affettuosi per fuggire nel ruolo di fastidiosi rompiscatole con i loro capricci e le loro intemperanze. Del resto anche il meno scaltro degli rigattieri è in grado di definire incedibile una delle tante sue cianfrusaglie al fine di renderla appetibile per qualche ingenuo compratore.
Non è difficile scorgere in tale prassi relazionale decisamente immatura una concezione che rende una relazione amorosa alla stregua di uno sport piuttosto cruento. Lo spazio in cui deve vivere ha, infatti, i contorni di un ring in cui il più forte, dunque - si pensa - chi non ama e può andarsene, ha il verdetto favorevole. Appare un luogo chiuso sorvegliato da un arbitro, una istanza superiore, che misura e valuta, dà buoni o cattivi voti, punisce o premia. Parafrasando Marco Aurelio, si può affermare che i fuggitivi in amore rendono una relazione del tutto similie a una lotta e non certo a una danza. Nella lotta si può vincere ma si vince da soli e il ritrovarsi comunque solo non dovrebbe essere propriamente lo scopo di un seduttore, nemmeno di quello meno evoluto. Nel ballo invece, disinvolto o maldestro che sia, si è pur sempre in due e si vince o si perde assieme.
Se poi la danza riesce allora è facile considerarla la metafora di un felice gioco amoroso. In una danza l'avvicinarsi e l'allontanarsi si alternano in modo armonico: un gesto richiama ininterrottamente l'altro, ha bisogno dell'altro. È sufficiente frequentare le prime lezioni di tango per capire come il distaccarsi sia complementare al ricongiungersi: la donna allontanandosi apre uno spazio in cui l'uomo possa inserirsi; avvinandosi l'uomo la induce a fargli posto in un movimento che diventa unico e che non ha soluzione di continuità. Ci si allontana e ci si avvicina per dare forma a gesti che confondono i confini tra l'accogliere e l'allontanarsi, tra il congiungersi e il cercare.
Nel tempo fuggevole e nel movimento duplice della danza, nel loro contemporaneo allontanare e avvicinare, si realizza dunque lo stato ideale della condizione del seduttore evoluto: diventare, per il tempo del ballo, una cosa sola con l'amata.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...
-
A quanto pare tra i video pornografici più scaricati dalla rete vi sono quelli dedicati a una moglie che si abbandona a un focoso amplesso ...
-
COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...
-
Da innumerevoli giorni il seduttore evoluto non parlava più ai suoi discepoli i quali gli ripetevano frastornati : “Maestro, il tuo silenzi...

Nessun commento:
Posta un commento