DIALOGHI DALL'ALTRO MONDO
MOGLIE – Quante volte
mia madre mi ha ripetuto prima di sposarti: "È l'uomo più
bugiardo della terra. Chi l'ha conosciuto dice che fin da
bambino le raccontava già molto, ma molto più grandi di lui. Con
tanti contadini che le frottole non le sanno neanche raccontare vuoi
sposare proprio quello che le spara più grosse. E poi, con tutti i
giovani onesti con la voglia di lavorare che ci sono in giro vuoi
prendere proprio un forestiero di Montegibboso che anche col carretto
di due cavalli ci vuole mezza giornata per arrivarci!". Come
aveva ragione la povera donna!
IL TURNISTA – Ti capisco
bene ora, moglie mia. Nella tua condizione spazio-temporale non
avresti potuto pensare la realtà in altro modo. Nemmeno io ero ben
consapevole di come vedessi molto più di voi, così concentrati
com'eravate sull'apparenza. Nel frattempo però il mio sguardo è
andato molto oltre grazie al grande fisico quantistico Hans-Peter
Dürr che da qualche tempo soggiorna qui con noi nel nostro mondo.
Conversiamo a lungo con grande mio profitto e anche lui mi trova un
tipo interessante, soprattutto quando gli parlo della mia vita
terrena. Se sapessi quanto la tua conoscenza sia determinata da ciò
che solo credi di sapere! Per fortuna che ora qui nell'altro mondo
hai la possibilità di apprendere come vanno veramente le cose e di
capire come non fossi io il bugiardo tra voi.
MOGLIE – Forse perché
sono morta da poco ma la mia memoria funzione ancora come si deve. E
mi ricordo di tutte le fandonie e dei tuoi inganni. Perché
diventassi tua moglie sei venuto a prendermi anche con una macchina, strombazzando per tutto il paese che tutti si sono fatti davanti alla porta.
Ma non era mica tuo il macchinone, era quello del farmacista che gli
avevi preso senza neanche dirglielo. Anche la camicia bianca e il
vestito col corpetto e tutto il resto li ha poi pagati tua madre
quando è comparso davanti a casa sua il garzone del sarto con i
carabinieri. I soldi li ha dovuti chiedere a Puntone e solo lei sa
per quanto tempo ha poi dovuto mangiare pane e cipolla per
risparmiare abbastanza da darglieli indietro. E la casa grande con il
forno in cortile e la luce elettrica nelle stanze che mi avevi
promesso, l'hai mai vista tu? Io mai!
IL TURNISTA – Presto ti
renderai conto come il vostro mondo, il mondo fisico, altro non sia
che la concretizzazione della trascendenza. Comprenderai come il
mondo materiale non sia che apparenza e come la realtà non sia fatta
di cose e materia, ma di forma e di energia. È il nostro pensiero a
fornire consistenza alla realtà con l'obiettivo di dare la parvenza
di un ordine e un senso all'esperienza esteriore.
MOGLIE – "Ci
sposeremo alla grande" avevi detto, poi della grande
baldoria con la banda in chiesa e dell'orchestra per ballare la sera niente, non si è visto niente. A ballare nel cortile di Onofrio al Mulin del Santo c'era solo il povero
Gustavino che sì, da lucido tirava fuori valser e mazurke dalla sua
armonica, però come al solito dopo un po' non si capiva più niente
di cosa suonasse perché era già ubriaco. Così che invece di
ballare siamo stati lì seduti che nessuno sapeva più cosa fare o
dire e dopo poco siamo rimasti solo noi e la povera mamma che
scuoteva la testa e piangeva dalla disperazione. E anche in chiesa
aveva cantato la messa come tutte le feste don Ortensio, poveretto
che così vecchio non ce la faceva più neanche a leggere il messale
e a fare la predica dal gran che respirava male.
IL TURNISTA – Avresti
preso tutto con più serenità se avessi saputo della necessità
dell'umano di andare oltre a ciò che crede di vedere, del suo
bisogno di percepire la trascendenza nel proprio mondo. I nostri
sensi non sono in grado di cogliere tutto ciò che accade nella sua
completezza. La questione decisiva è il rapporto tra il soggetto e
l'oggetto. Dobbiamo chiederci se possa esistere un mondo indipendente
dal soggetto collocato dentro la realtà che osserva. Ciò che hai
vissuto altro non è che una minima parte di ciò che è stato e
avresti potuto esperire. Come formula Max Born, la tua esperienza era
limitata dalla "invariante della percezione".
MOGLIE – Quando
finalmente ti decidesti per andare a lavorare in fabbrica, visto che
non avevi neanche un po' di terra, avevo pensato ti fossi deciso di
fare qualcosa di buono, per i nostri figli, per me e anche per te.
Dicesti che volevi fare una casa dove noi potevamo vivere e fare
tanti bambini, visto che vivevamo ancora con mia madre e ci toccava
dormire tutti nella stessa stanza.
IL TURNISTA – Ciò che
hai percepito del nostro matrimonio è molto parziale. Una parzialità
che tuttavia si può spiegare con le ricerche scientifiche sui
fenomeni ottici ed elettromagnetici. La diversa velocità di pensiero
e di elaborazione degli osservatori può coordinare e costituire un
evento in rappresentazioni molto diverse. Ciò dipende dal fatto che
onde e materia collassano in immagini in punti del tutto causali,
anche se all’interno di un range definito di possibilità.
L’imprevedibilità dell’effetto del reale sul soggetto preclude
una descrizione deterministica di tutto ciò che ho detto e fatto con
te e per te.
MOGLIE – Non mi sono mica inventato quello che poi
è successo. La prendevi certo la corriera per scendere giù in
pianura e, dicevi, per andare a lavorare in fabbrica. A un certo
punto, per guadagnare di più e fare prima a trovare i soldi per la
casa, hai detto che hai dovuto fare i turni di notte. Così partivi la
sera e al mattino appena tornato ti mettevi a letto e ci rimanevi a
ronfare tutto il giorno mentre io dovevo strologare come mettere un
po’ di pane sulla tavola ai bambini. Quando poi era già un mese
che non tornavi e nessuno sapeva più niente di te, sono comparsi
davanti alla porta i carabinieri a dirmi che eri morto ma ti avevano
già portato al cimitero giù in città perché dalle carte che
avevano risultava che avevi un altro nome ed eri sposato con
un'altra donna.
IL TURNISTA – Il caso può essere spiegato bene dall'entanglement quantistico. Si tratta di un fenomeno rilevabile dalla fisica dei quanti, privo di analogo classico, per cui in determinate condizioni lo stato quantico di un sistema fisico non può essere descritto singolarmente, ma solo come sovrapposizione di più sistemi. Per dirlo in modo semplice che anche tu possa capire: in origine ero un'unica particella che poi si è separata e sono diventato due. Per questo avevo due nomi e due mogli.
(Il dialogo contiene riferimenti a: Hans Peter Dürr, "Physik & Transzendenz", Drieger, 2018 [1986])

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