lunedì 6 maggio 2013

“TI È PIACIUTO?”




“Ti è piaciuto?” è stata per lungo tempo la domanda fatale che gli uomini, imitando gli eroi di pessime commedie sentimentali, ponevano alla propria partner dopo l'atto sessuale mentre accendevano calmi e trionfanti una sigaretta. Per fortuna ormai da anni questa domanda non risuona più nelle sale cinematografiche e con ogni probabilità dunque nemmeno nell'intimità delle alcove. Tuttavia l'ambizione che un tempo mirava a una risposta del tipo: “È stata l'esperienza più sconvolgente della mia vita” nasce da una attesa ancora dura a morire: quella che ogni intimo incontro amoroso debba rappresentare il non plus ultra dell'ebbrezza e della felicità erotica.

Nella depressa realtà di una oscura vita quotidiana al momento amoroso viene spesso attribuita l'improbabile prerogativa di trasportare miracolosamente in una realtà nuova e luminosa. Nell'immaginario che ne alimenta l'attesa spropositata  non vi sono uomini e donne con i loro limiti, tristezze, piccolezze, timori e quant'altro sia di umanissima debolezza. Nella prefigurazione del desiderio vi è spazio solo per eroi trionfanti di impavide e gloriose battaglie. Chi pochi minuti prima ha avuto difficoltà nel parcheggio o è stato tormentano da un dolore qualunque alle spalle o ai denti, o si è irritato per la più innocua delle considerazione della partner, si sente investito per quel frangente di una missione ponderosa.

A parte il fatto che sarebbe razionalmente incomprensibile come gli umani possano compiere per abitudine l'esperienza più sconvolgente della loro vita, è facile rendersi conto di come sia molto raro lo stato di grazia fisico e mentale che esige la realizzazione pratica di fantasie erotiche che per loro natura sono eccezionalmente audaci. Sarebbe già un ottimo risultato, anche in considerazione delle condizioni date, se una pur modesta gioia interrompesse la spesso tenace catena di inconvenienti a cui ci tiene legata la quotidianità.

Grandi pretese non possono che condurre a grandi delusioni. Dato che profonde disperazioni nascono proprio da gioie mancate, per evitarle è sufficiente ambire ad una gioia modesta, o comunque a quelle gioie che l'esperienza ci suggerisce come possibili. In tal modo è poi facile superare le attese e stupirsi in modo positivo. Si sa come il morale alto renda ottimisti e, dunque anche in grado di dare il meglio di sé in tutti i campi.

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