mercoledì 3 aprile 2013
LA DISPONIBILITÀ DELLA DONNA
Il verdetto di Nietzsche “Volontà è la natura dell'uomo, volenterosità quella della donna" sembra essere contraddetto non solo dalle benemerite acquisizioni del femminismo ma anche, nel suo piccolo, dalle riflessioni e dalle azioni del seduttore evoluto.
Un uomo in grado di stabilire prima e perseguire poi un obiettivo in modo volitivo e, di contro, una donna che sa essere semplicemente volenterosa e dunque capace solo di eseguire la volontà altrui, è di certo un modello non solo politicamente scorretto ma anche del tutto inattuale. Tuttavia il seduttore evoluto biasima nell'aforisma soprattutto il fatto di alimentare un pregiudizio che impedisce un vero, proficuo e piacevole incontro con l'universo femminile. In realtà il pregiudizio è solo secondariamente riferito alla donna la cui presunta debolezza la indurrebbe ad adeguarsi servizievolmente alla volontà altrui. Principalmente il pregiudizio si manifesta nei confronti della volontà, anche se si tratta di un pregiudizio positivo, vale a dire che si possa ottenere tutto ciò a cui si ambisce e che si possa ambire a tutto ciò che si vuole. La libertà di volere, lungi dall'essere una forma completa e assoluta di emancipazione e di potere, non si risolve che in una esperienza di sottomissione: è la volontà che prescrive un obiettivo e per raggiungerlo occorre almeno tanta servile volenterosità quanta quella a cui si deve ricorrere per adeguarsi a un volere altrui.
Il giudizio nietzschiano può essere visto allora come una provocazione in cui il seduttore evoluto non può cadere: se si accetta il verdetto così com'è formulato non si fa altro che mostrare passiva accondiscendenza. L'acritico ottimismo nei confronti del volere umano, oltre a manifestare un paradossale atteggiamento passivo – atteggiamento che sarebbe tipico delle femmine – rende anche ciechi sui tanti fallimentari della volontà e priva della possibilità di trarne insegnamenti.
La volontà più utile al seduttore evoluto è quella che mostra proprio la donna secondo Nietzsche: quella di adeguarsi a ciò che non si può mutare, di perseguire gli obiettivi che si possono raggiungere nella volenterosa rilassatezza di chi conosce i propri limiti. In tal modo ci si innalza dalla debolezza di vaneggiarsi ingenuamente tanto eroe da cambiare il mondo e la testa altrui secondo la propria volontà. È dunque quella femminile una volontà saggia e intelligente che tiene conto dei limiti umani e si pone obiettivi raggiungibili. Ma si tratta anche di una volontà che non si rende schiava di obiettivi ma che si prende la libertà di adeguarsi ai propri mutevoli desideri.
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