martedì 13 novembre 2012

IL SEDUTTORE IMPERFETTO



Nelle storie avventurose possono vivere e talvolta coesistere due tipi contrapposti di eroe: l'eroe perfetto e l'eroe autoironico. Anche le avventure così dette galanti, le imprese di seduzione insomma, vedono come protagonisti tipi di eroi molto simili: il seduttore che si impone per le sue doti – audacia, forza, ricchezza, sapienza, abilità e così via – e quello che si impone per la sua capacità di venire a patti con i propri limiti e di farne motivo di rilassata osservazione. Ambedue godono di notevole apprezzamento e sono in grado di registrare indiscutibili successi. A patto però che sappiano giocare pressoché alla perfezione il ruolo prescelto.

A prima vista il compito più arduo sembra averlo l'eroe perfetto e in effetti, per certi versi, è proprio così. Già lo stress per dovere essere in ogni occasione all'altezza di ciò che da lui ci si aspetta, la tensione per dovere dare sempre il meglio di sé anche in condizioni fisiche e psicologiche non ottimali, rappresenta uno sforzo difficile da sostenere anche con tutto l'impegno e la volontà possibili. In questo caso fondamentale è il soccorso della fantasia dell'amante che deve permetterle di sorvolare sugli inevitabili faux pas al fine di vedere in ogni occasione l'eroe trionfante che tanto la fa impazzire.

Il seduttore autoironico è certamente facilitato dall'avere rinunciato in partenza ad adeguarsi a un modello ideale e ha la libertà di essere ciò che può e sa essere. Questa rinuncia tuttavia non ha nulla di facile, presuppone anzi una abilità che è merce abbastanza rara tra gli umani: l'autoironia. L'autoironico, divertendosi con i propri limiti, non cade nel tranello a cui ben pochi sanno sfuggire, vale a dire quello di essere insoddisfatti di sé e di cercare dunque di assomigliare il più possibile a un modello migliore.

Allo stesso modo è arduo, del tutto eroico, riuscire ad accettare l'idea che nulla - né la felicità, né l'amore, la vita stessa - ci spetti di diritto. Il raggiungere questa intrepida consapevolezza rende del tutto rilassati: se nulla è dovuto, nulla vi è anche da perdere. Soffrire di una felicità mancata è tipico dei bambini e degli ingenui ed è il grave rischio corso dagli eroi perfetti.

L'eroe autoironico si fa mite e bonario giudice di se stesso perché ha la forza seducente di non mettersi nelle mani di nessun giudice. E nessuno lo obbliga a seguire la voce che gli impone di essere perfetto per ottenere ciò che desidera.

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