venerdì 19 ottobre 2012
LA "FEMME FATALE" MASCHERATA
Per chi non è indifferente al fascino femminile è una esperienza tutto sommato non rara il doversi confrontare con una delle molte versioni di femme fatale. Trucchi ostentatamente raffinati, profumi strambi, mise e atteggiamenti al di fuori del comune alimentano il tentativo di dare concretezza a una delle fantasie più tenaci di molti maschi. Anche i modelli più semplici e più diffusi procurano molte vittime nonostante non sfuggano al destino beffardo di ogni maschera erotica generosamente accentuata: svela, per chi sappia vederli, aspetti decisamente caricaturali.
Ne esiste però una forma molto meno eclatante - quella in cui ci si imbatte non di rado sul posto di lavoro, nella cerchia degli amici o alla scuola di ballo - di certo lontana dagli eccessi e dall'impenetrabilità di altri modelli più tradizionali, ma per questo non meno rovinosa per il morale e l'autostima di chi ne cade vittima. L'apparenza si mostra addirittura coi caratteri opposti alla femme fatale: il fare è più che amichevole, il sorriso ad ogni incontro è quasi un'esplosione di entusiasmo, la conversazione svela un'ovvia predisposizione a scoprire interessi comuni, le mani che gesticolano ampiamente sfiorano più o meno distrattamente l'avambraccio, la spalla o altre parti non problematiche del corpo dell'interlocutore.
Il seduttore meno accorto si illude subito che l'oggetto del suo desiderio sia facilmente accessibile. Citando film imperdibili, locali di grido che ancora nessuno conosce o anche conferenze appassionanti, osa ben presto condurre il discorso su progetti di incontri serali. Molto della gestualità, dei sorrisi e del fare caloroso della femme fatale mascherata contribuisce a far sorvolare sul fatto che all'interesse, all'entusiasmo addirittura, per ogni film, locale o conferenza non segua nessun impegno preciso: tutto rimane nel vago di un interesse puramente teorico. Così l'ingenuo seduttore dopo un congedo improvviso anche se caloroso, precipitato all'improvviso dalla più promettente delle compagnie alla solitudine del suo bicchiere, ha solo un numero di cellulare a cui aggrappare i suoi sogni erotici. Certo lo userà presto, seguiranno altre stimolanti conversazioni, altre promesse - del tutto implicite del resto - e corrispondenti attese mancate. E tutto proseguirà su questa falsariga finché il peso psicologico di tante delusioni non indurrà saggiamente il seduttore principiante a cercare di dissetare la sua sete a fonti più sicure.
Contro questo tipo di femme fatale non esistono strumenti efficaci, tanto ingarbugliata e contraddittoria e del tutto impenetrabile è la conformazione psicologica che la induce a segnalare in modo tanto beffardo la sua inaccessibilità, a solleticare le fantasie di un uomo per poi lasciarlo solo e senza spiegazioni plausibili nel momento del confronto con la dura realtà. L'unica possibilità è quella di salvare almeno il proprio buon umore e il proprio benessere. Calibrare le proprie attese sulla realtà di ciò che accade e non sulla fantasiosità di ciò che si immagina è un principio a cui attenersi sempre ma in questo caso diventa particolarmente importante. Se poi la compagnia per così dire brillante in teoria e molto sobria nei fatti garantisce lo stesso una serata più gradevole di altre possibilità, allora, ben coscienti di ciò a cui si va incontro, si può continuare a collaborare a quel gioco inconcludente di promettere senza mantenere che tanto piace alla femme fatale mascherata.
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