lunedì 17 settembre 2012
BATTERE CASSA
Sfogliando molti manuali di seduzione si ha la sensazione che ogni appuntamento, ogni galanteria e ogni piccolo successo sia un credito da riscuotere prima possibile. Nulla di tutto ciò che si intraprende con intenti seduttivi sembra essere gratuito: un secondo, un terzo appuntamento porta già un capitale di una consistenza tale da far credere di essere in diritto a una prima riscossione. Dilettare la concupita con battute sagaci per gran parte della serata, stimolare i suoi sensi con buoni spumanti e parole pungenti, sono circostanze che vengono registrate in un fantomatico conto corrente che dà l'illusione di potere, come si suol dire, "battere cassa" alla prima prima occassione.
I debitori in genere non nutrono eccelsi sentimenti verso i creditori: la loro presenza li richiama al dovere, li appesandisce del fastidioso fardello di un onere. Un debitore non è mai libero di volere ciò che vuole e di essere ciò che è finché non ha pareggiato i conti col creditore. Prima di dare libero spazio all'istinto e al sentimento è costretto da una istanza superiore, quella di una presunta giustizia, a compiere un gesto obbligato. Va da sé che il peso di un obbligo è del tutto incociliabile con quella libertà che permette di lasciarsi andare senza remore all'istinto e all'ebrezza della passione. L'atteggiamento mercantile compromette sul nascere la disponibilità e l'apertura a ciò che una relazione di meglio può offrire.
É solo nella libertà che si può manifestare la parte più vera e interessante di sé. Privare di questa fondamentale prerogativa un'amante è una forma piuttosto stupida di autolesionismo.
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