lunedì 9 luglio 2012

LA CLAVA DEL PRIMITIVO




"Se anche in un manuale che pretende di insegnare la seduzione a livelli avanzati si plaude a un atteggiamento remissivo allora significa che il maschio, vale a dire la risposta dialettica alla femmina, è irrimediabilmente decaduto. Se essere maschio significa subire pazientemente tutte le stupidaggini che possono uscire dalla bocca di una tarda femminista modello “secolo scorso”, allora diventa difficile trovare comportamenti adeguati alla sua natura dominante. Il capitolo sull'approccio alla femminista non mi convince per nulla: come si fa a non rendersi conto che il suo atteggiamento battagliero altro non è che una provocazione per capire se si trovano ancora maschi pronti a usare la clava e a trascinarla nella caverna?" 

Il maschio che voglia usare la clava, anche ai nostri tempi, può sempre cercarsi una femmina desiderosa di mostrarsi remissiva. La lettura del manuale di seduzione per evoluti può aiutare a riconoscerla al fine di avvicinarla o di prenderne le distanze. Il manuale non può però che sconsigliare vivamente chi predilige uno strumento tanto primitivo nell'avvicinare una donna che, a seconda dei punti visti, si è evoluta o si è pervertita nel femminismo. Sono infatti molte le ragioni che rendono poco interessante per un seduttore evoluto una donna estranea alla sensibilità e alla prassi relazione di una civiltà che ambisce a coltivare rapporti paritari tra i sessi.

L'evoluzione, vale a dire il processo di umanizzazione,  ha reso l'uomo un essere in grado di fare progetti, di agire con  finalità che vanno oltre l'immediato. Non sa o non vuole ottenere ciò che gli preme semplicemente accapparandoselo col primo strumento che si trova tra le mani. Ambisce a ottenere ciò che vuole senza rinnegare la sua intelligenza e la sua sensibilità. Questo non significa tuttavia abbandonare definitivamente i ruoli “incivili”. Probabilmente abitano ancora strati più o meno profondi della nostra psiche. La loro liberazione può portare effetti benefici, ma deve  avvenire in forme e contesti che non tradiscono ciò che l'uomo è diventato nel corso dei millenni. Per questo vanno recuperati in forme consapevoli come quelle che si manifestano nei giochi e nei riti: confinati in spazi e luoghi delimitati non incidono direttamente sull'esistenza e sulle relazioni umane.

Se non si può dimenticare quello che si è e vivere in un mondo che non esiste più, si può però acquisire l'evoluta capacità progettuale di recuperarne gli aspetti che ancora ci attirano e placano istinti. Si tratta insomma di ritrovare ciò che ancora ci unisce al mondo primitivo senza intaccare le conquiste dell'umanizzazione. Ogni faccenda umana, a differenza di ciò che accade nel mondo animale, si caratterizza infatti attraverso il mutamento: l'esistenza degli animali si dispiega  nella ripetizione di costanti forme di vita, quella degli uomini al contrario nel successivo adeguamento alle mutate condizioni, quelle dell'ambiente ma anche quelle dei rapporti interpersonali. 

Il gioco amoroso  è una delle possibilità dell'uomo, forse la più ricca, di tornare a ciò che è stato, di riscoprire la sua natura animale, pre-civile e pre-etica, anche se nello spazio e nel tempo limitato di un gioco rituale. L'evoluzione gli offre strumenti formidabili per questo senza tuttavia portare a un tradimento della sua peculiarità di uomo. L'avvicinare una bella tardo-femminista, farlo con una consapevole strategia remissiva, può regalare a sé ma anche a lei, la godevole scoperta di come oltre la superficie evoluta sonnecchi in noi una animalità felice che solo se risvegliata in forme e modi opportuni può arricchire ogni rapporto in conoscenza e piacere

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