sabato 28 luglio 2012

IL PIACERE COMPLETO





Come l'assassino ha la irresistibile pulsione a tornare sul luogo del delitto, così il seduttore viene di norma irresistibilmente attratto dal desiderio di raccontare l'amore di cui ha goduto. Vi è quasi la sensazione che ogni piacere, così come ogni impresa, diventino completamente tali solo se se ne fa oggetto di racconto, scritto o orale che sia. Finché siamo in azione l'impegno dell'avventura impedisce il completo abbandono a ciò che di bello ci sta succedendo. La cura di ciò che deve accadere ma anche la preoccupazione per come si possa fallire lasciano in apprensione una parte di noi. Solo una volta conclusa la vicenda, il ripercorrerla nella calma e nella consistenza del ricordo fattosi racconto, permette di viverla facendola interamente propria.

Il raccontare a qualcuno, ma anche solo a se stessi, permette insomma di prendere pieno possesso dell'esperienza giacché raccontando si è ben più di semplici attori in balia di un copione al cui sviluppo concorrono svariate e spesso imprevedibili volontà: nel racconto si diventa signori e padroni del proprio destino e della propria fortuna. A differenza della realtà la memoria fattasi narrazione si lascia, all'occorrenza, plasmare secondo i nostri desideri.

Dalla letteratura memoriale erotica alle storie da bar vi è un accordo più o meno tacito tra chi narra con chi legge o ascolta: non si pretende che il racconto sia lo specchio fedele di una avventura, si può tranquillamente limare e abbellire, inventare e immaginare. L'esperienza reale è poco più di un pretesto per dare concretezza di narrazione a vicende in gran parte fantasiose, vicende che si armonizzano con i desideri e le fantasie di chi parla o scrive, di chi ascolta o legge. Non è la verità del dato di fatto che interessa, ma il mettere le ali alla fantasia, il condividere una realtà creata dal proprio desiderio. Il racconto dà allora vita a un mondo ideale piacevole da immaginare proprio perché la realtà è molto più scorbutica, imprevedibile e ingrata.

I social network contemporanei si presentano sempre di più come la sede attuale della memorialistica erotica e delle chiacchiere da bar. Molte grandi e appassionanti storie d'amore tra amanti che non si incontreranno mai vivono nei messaggi e nelle chat dei siti e dei blog specializzati in amicizie e incontri. Liberati dalla necessità di agire si concentrano sul dare concretezza di racconto ai loro desideri. Nulla può intralciare un appagamento, nulla può impedire che prenda le forme più ardite. Un amore che vive di parole è libero di conformarsi solo al piacere, non ha altri interessi e non ha doveri.

Il seduttore evoluto sa sì riconoscere tutte le prerogative dell'idealità che sorregge l'immaginazione, ma non si potrebbe definire tale se non ne riconoscesse anche i limiti. Sa cogliere l'aspetto positivo, vale a dire la  concretezza, benché solo linguistica, in cui si plasma la nostalgia infinita di bellezza e amore. Ma sa anche ben valutare il rischio: il racconto può prendere vita dall'esperienza, non può però in alcun modo sostituirla. Alla lunga si autoriproduce monotonamente senza più trovare stimoli per rinnovarsi. Private del racconto che le rappresentino, l'avventura, la vita stessa, ci appaiono incomplete. Tuttavia un racconto che monopolizzi e si impossessi di ogni esperienza rende impossibile l'avventura e rinsecchisce la vita.

martedì 17 luglio 2012

SOLO PER EVOLUTI: L'AMORE MERCENARIO



L'amore mercenario è una esperienza da evitare per una infinità di ragioni che è inutile ribadire tanto sono evidenti per chi sa apprezzare, a vario titolo, il piacere della seduzione. La felicità erotica di un incontro amoroso, come ogni esperienza vitale, non la si può ottenere con la semplice volontà, men che meno nell'immediatezza di una negoziazione in denaro. È qualcosa che succede nella nostra vita in cui siamo tanto attori quanto spettatori. Tutto ciò che si può fare è rendersi disponibili e lasciare che  accada. In tal senso è simile al riso o al pianto, al fremito di piacere o di paura che sono tali solo se ci colgono senza l'intervento della nostra volontà. Ridere o piangere, godere o soffrire a comando non è possibile. È sì possibile fingere, ma la finzione è sempre guidata da finalità implicita che non si esaurisce nella cosa in sé. Con la simulazione  del riso o del pianto si vuole  ottenere qualcosa d'altro rispetto al semplice ridere o piangere.

L'abilità che può venire in qualche modo in soccorso a chi cerca l'amore mercenario è principalmente la capacità di sospendere la propria capacità di giudizio. Solo inibendo le proprie facoltà critiche  è possibile abbandonarsi all'illusione che l'imitazione di un incontro amoroso ne sia la realtà. È però ovvio come la buona qualità della recita rappresenti una grande facilitazione. In tal senso le condizioni migliori per l'amore mercenario dipendono sì dalla disponibilità all'autoinganno, ma anche dal caso di imbattersi in una professionista ineccepibile in grado di mettere in scena in modo plausibile ciò che non può essere, vale a dire che stia accadendo qualcosa per istinto e passione, per gioia e piacere.

Un seduttore evoluto sa bene come l'abbandono a tale forma di commedia richieda una predisposizione e una concezione della realtà per nulla comuni. Per questo il Manuale di seduzione per evoluti 2 sconsiglia vivamente un'esperienza che senza i presupposti immaginifici necessari può risultare molto deprimente. Tuttavia il manuale non può non avere un occhio di riguardo per coloro, una piccola élite di certo, che hanno l'ambizione di raggiungere le vette più alte dell'evoluzione e si pongono l'elevato obiettivo di nobilitare l'ignobile con la fantasia, di rendere fantasticamente soave la volgarità di un inganno.

La predisposizione di un budget molto generoso più che uno strumento in grado di offrire garanzie di elevata professionalità è piuttosto una condizione necessaria ma non sufficiente per stimolare l'orgoglio deontologico della professionista. Non è nella fase della negoziazione e nemmeno in quella della lusinga che si gioca in tal senso la partita più importante. I momenti decisivi sono quelli  della prestazione, vale a dire non quello dell'allettamento – compito relativamente facile in certi frangenti –  ma quello della concessione.  A questa fase molto delicata il Manuale di seduzione per evoluti 2 riserva gran parte delle sue riflessioni e dei suoi consigli. 

In un scambio relazionate che vive della sua prevedibilità – non si può non andare “a colpo sicuro”   –  è fondamentale sapere cogliere il resto, anche piccolo, di imprevedibilità che la situazione può riservare. Per fare questo il manuale non suggerisce solo come si possa valorizzare una professionista particolarmente valida o come riconoscere in lei uno stato d'animo momentaneamente favorevole. Il Manuale di seduzione per evoluti 2 propone ricche argomentazioni e un vasto repertorio di esempi che insegnano come si possano sì accettare le brutali regole del gioco – come la rigidità dei tempi o la prassi amatoria regolamentata a tariffa – ma poi dimenticarle, vincere ogni senso critico e  calarsi in una parte che richiede grandi abilità fantastiche.

Sapere vedere ciò che si desidera, non ciò che è, rappresenta in definitiva una delle rare possibilità di condizionare i comportamenti standardizzati della professionista. Anche la più smaliziata e distaccata prestatrice d'opera può cedere alla tenerezza che si riserva a chi sa crearsi una realtà felice in barba a ogni mediocrità e tristezza. Un dominio sulla realtà che non assoggetta e tiranneggia il prossimo, che non ha bisogno di nessuno ma che si completa in sé e sa pensarsi in una realtà immaginifica del tutto incontaminata dalle crudezze della vita, è in grado di sciogliere qualsiasi durezza. Anzi, il trovarsi di fronte a tanta disarmata ingenuità, può addirrittura sollevare istinti benevolenti e protettivi, quasi materni se la professionista sa far valere nella sua prassi imprenditoriale qualcosa di una sua eventuale natura di donna e di madre.

lunedì 9 luglio 2012

LA CLAVA DEL PRIMITIVO




"Se anche in un manuale che pretende di insegnare la seduzione a livelli avanzati si plaude a un atteggiamento remissivo allora significa che il maschio, vale a dire la risposta dialettica alla femmina, è irrimediabilmente decaduto. Se essere maschio significa subire pazientemente tutte le stupidaggini che possono uscire dalla bocca di una tarda femminista modello “secolo scorso”, allora diventa difficile trovare comportamenti adeguati alla sua natura dominante. Il capitolo sull'approccio alla femminista non mi convince per nulla: come si fa a non rendersi conto che il suo atteggiamento battagliero altro non è che una provocazione per capire se si trovano ancora maschi pronti a usare la clava e a trascinarla nella caverna?" 

Il maschio che voglia usare la clava, anche ai nostri tempi, può sempre cercarsi una femmina desiderosa di mostrarsi remissiva. La lettura del manuale di seduzione per evoluti può aiutare a riconoscerla al fine di avvicinarla o di prenderne le distanze. Il manuale non può però che sconsigliare vivamente chi predilige uno strumento tanto primitivo nell'avvicinare una donna che, a seconda dei punti visti, si è evoluta o si è pervertita nel femminismo. Sono infatti molte le ragioni che rendono poco interessante per un seduttore evoluto una donna estranea alla sensibilità e alla prassi relazione di una civiltà che ambisce a coltivare rapporti paritari tra i sessi.

L'evoluzione, vale a dire il processo di umanizzazione,  ha reso l'uomo un essere in grado di fare progetti, di agire con  finalità che vanno oltre l'immediato. Non sa o non vuole ottenere ciò che gli preme semplicemente accapparandoselo col primo strumento che si trova tra le mani. Ambisce a ottenere ciò che vuole senza rinnegare la sua intelligenza e la sua sensibilità. Questo non significa tuttavia abbandonare definitivamente i ruoli “incivili”. Probabilmente abitano ancora strati più o meno profondi della nostra psiche. La loro liberazione può portare effetti benefici, ma deve  avvenire in forme e contesti che non tradiscono ciò che l'uomo è diventato nel corso dei millenni. Per questo vanno recuperati in forme consapevoli come quelle che si manifestano nei giochi e nei riti: confinati in spazi e luoghi delimitati non incidono direttamente sull'esistenza e sulle relazioni umane.

Se non si può dimenticare quello che si è e vivere in un mondo che non esiste più, si può però acquisire l'evoluta capacità progettuale di recuperarne gli aspetti che ancora ci attirano e placano istinti. Si tratta insomma di ritrovare ciò che ancora ci unisce al mondo primitivo senza intaccare le conquiste dell'umanizzazione. Ogni faccenda umana, a differenza di ciò che accade nel mondo animale, si caratterizza infatti attraverso il mutamento: l'esistenza degli animali si dispiega  nella ripetizione di costanti forme di vita, quella degli uomini al contrario nel successivo adeguamento alle mutate condizioni, quelle dell'ambiente ma anche quelle dei rapporti interpersonali. 

Il gioco amoroso  è una delle possibilità dell'uomo, forse la più ricca, di tornare a ciò che è stato, di riscoprire la sua natura animale, pre-civile e pre-etica, anche se nello spazio e nel tempo limitato di un gioco rituale. L'evoluzione gli offre strumenti formidabili per questo senza tuttavia portare a un tradimento della sua peculiarità di uomo. L'avvicinare una bella tardo-femminista, farlo con una consapevole strategia remissiva, può regalare a sé ma anche a lei, la godevole scoperta di come oltre la superficie evoluta sonnecchi in noi una animalità felice che solo se risvegliata in forme e modi opportuni può arricchire ogni rapporto in conoscenza e piacere

COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...