martedì 1 maggio 2012
L'ERRORE INEVITABILE
Vi è un momento di grande delicatezza nel percorso verso l'esplorazione dell'intimità di una donna: quando, dopo una prima fase euforica in cui ha provato a dare l'immagine migliore di sé, subentra in lei l'esigenza decisamente deprimente di rivelare tutte le sue pene. Il marito o il compagno – attuali o già passati – ne sono di frequente la causa principale.
Ora è evidente come sia auspicabile ogni circostanza che porti a confidenziali approfondimenti della relazione. Tuttavia chi deve confrontarsi con la confessione di infelicità è posto di fronte a insidie che, se non riconosciute, possono vanificare tutto ciò che fino a quel punto si era ottenuto: non è praticamente possibile dire la cosa giusta.
È un errore puntare sul piano razionale elencandole tutte le qualità, vere o immaginante, a cui può ricorrere per risolvere il suo problema. La desolata vi vedrebbe un'ingiuria nascosta dietro le pur ragionevoli argomentazioni, e precisamente quella di essere definita una piagnucolona che preferisce il lamento alla risoluzione del problema. Non si può nemmeno assentire perché la si accuserebbe non solo di essere la vittima debole di un uomo malvagio ma anche di non sapere scegliere l'uomo giusto. Ovvio che una simile affermazione, benché implicita, non possa che ritorcersi contro chi la fa. Nemmeno reagire semplicemente con forme di comunicazione non verbale può dare qualche garanzia di fare la cosa giusta. Rimanere impassibili davanti al suo monologo potrà essere percepito come disinteresse. Al contrario manifestare con sguardi intensi compartecipazione emotiva si rischia di offrire una intimità non richiesta. Il prenderle poi la mano sarebbe, in questa situazione, un'azione altamente rischiosa: si passa facilmente per approfittatori di circostanze o, al peggio, come velleitariamente intenzionati a giocare il ruolo di salvatori.
Il bello, o il brutto, è che ognuno di questi errori potrebbe essere la risposta giusta, vale a dire quella che porta la bella addolorata tra le braccia del seduttore. Solo il caso decide. A meno che il seduttore non sia così abile da aver capito in poco tempo quale sia la sua indole: quella di donna fragile alla ricerca di un uomo forte o quella di una donna desiderosa di dominio che voglia un uomo per fargli capire come non sia in grado di fare nulla per lei.
Il seduttore evoluto, che sa dell'importanza del caso, che è in grado di distinguere tra ciò che può e non può decidere e che è ben cosciente delle insidie procurate da certe psicologie femminili, lascia fare e, se ne vale la pena, sta a vedere come va a finire.
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