domenica 22 aprile 2012
L'AMORE INFEDELE
Non è difficile per il seduttore evoluto restituire al mittente il rimprovero di svilire l'esperienza amorosa. Il suo peccato sarebbe quello di renderla faccenda fugace e condizionata da limiti e imperfezioni. L'amore – si argomenta in modo maldestro - sarebbe amore solo quando è vero e sarebbe vero solo quando è assoluto, perfetto e illimitato. Tutto il resto tradisce l'amore, è amore infedele.
L'enfasi di tale critica è già un modo per sconfessare quella difesa dell'amore che si vorrebbe proclamare. L'esaltazione dell'encomio si trasforma prontamente nella più radicale delle denigrazioni se non si compiono le attese tanto smisurate che alimenta. A ciò che non si mostra all'altezza della propria vorace ambizione di assoluto, di perfezione e di eternità viene inflitta l'offesa più radicale ma anche più subdola: se ne disconosce l'esistenza. O l'amore è così come si vaneggia o non è amore.
L'enfatizzazione non fa che vestire di falsità e preparare al fallimento un'esperienza che, riconosciuta nei suoi limiti ma anche nelle sue possibilità, avrebbe facoltà di essere e di manifestarsi in umanissime forme vitali e gioiose. Gli schizzinosi critici del provvisorio e del fugace non si accontentano della gioia ma vogliono la felicità. A loro non basta ciò che finisce, pretendono cose definitive. Tale cieca cupidigia li conduce a negare ciò che potrebbero essere e avere se accettassero di essere ciò che sono e di fare ciò che possono. Alla materia effimera che plasma la nostra vita riservano nella loro esaltazione bulimica solo disprezzo e disgusto tanto da rendere riarsa e rinsecchita la loro esistenza.
L'incerto e l'instabile sono l'umanissima fonte di energia che suggerisce all'uomo di cogliere l'attimo, un attimo che, una volta goduto, nessuno potrà mai cancellare. Il caduco possiede una qualità e una dignità il cui rifiuto si presenta né più né meno come una profanazione. La fragilità e l'instabilità sono caratteri costitutivi e inalienabili delle nostre esperienze amorose e non sono affatto il risultato di cinismo e disimpegno. Accoglierle significa accettare con gratitudine e umiltà la condizione umana, esservi profondamente fedele.
Il seduttore evoluto vede nella gioia dell'amore così come ci è concesso nei suoi umanissimi limiti, il nervo misterioso che ci lega non solo a ciò che è bello e piacevole ma anche a ciò che è buono e giusto. Nella dedizione alla vita nelle sue forme incerte e provvisorie vi è il suo modo di essere fedele e la sua moralità.
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