lunedì 27 febbraio 2012

IL SEDUTTORE DEVOTO E IL SEDUTTORE SBRUFFONE




I comportamenti dominanti nelle strategie d'approccio si possono ricondurre a due tipologie contrapposte: quelli del seduttore devoto e quelli del seduttore sbruffone. Già queste definizioni permettono di comprende bene quali possano essere le loro caratteristiche. Il seduttore evoluto si distingue nettamente da entrambi e ne rappresenta una vera alternativa. Apparentemente opposti, il devoto e lo sbruffone sono infatti per molti aspetti del tutto simili.

Il seduttore devoto osserva dal basso all'alto l'oggetto del suo desiderio e lo investe di fantasiose e improbabili litanie veneranti. Benché il suo sguardo sia perso nel vuoto per segnalare la ricerca di infinito che lo anima, inevitabili sguardi penetranti le fattezze fisiche dell'attraente madonna tradiscono maldestramente la vera natura della sua estasi. Sia la forza dell'istinto, sia la maschera della devozione mirano a comunicare quanto riconosca la superiorità di colei che ambisce a conquistare. È una forma di prostrazione che dichiara la propria disponibilità a riconoscerne la potenza, a soggiacerne al dominio. Si prostra, si inchina, si fa insomma, in parole più povere, zerbino al fine di godere dei suoi favori. Ovviamente la strategia può talvolta funzionare. Per tutti, come ben si sa, c'è la possibilità di un trionfo nella seduzione. Tuttavia il prezzo è di accettare una relazione che lo rende schiavo. E uno schiavo non può offrire nulla di sé ma solo comportamenti meccanici che semplicemente reagiscono a un altrettanto meccanico volere altrui.

Il seduttore sbruffone osserva invece dall'alto al basso l'oggetto del suo desiderio e lo investe con interminabili e solitarie narrazioni della sua potenza, con atteggiamenti spesso velleitariamente aggressivi. Il suo scopo è di sottomettere la bella a cui anela, di annichilirla annientando ogni sua volontà in modo che soggiaccia nella massima disponibilità alla sua pulsione. Ambisce a ottenere la disponibilità di un essere degradato a utensile animato, a esecutrice meccanica di comandi altrui. Anche in questo caso, come nel precedente, si tratta di sancire un rapporto gerarchico stabile con una parte che domina e una parte che è dominata. Solo scontri violenti possono modificarla o portarla a termine.

Il seduttore evoluto è per entrambi un modello alternativo perché
nelle relazioni non concepisce gerarchie e  rapporti di forza vincolanti per ogni circostanza. Il suo avvicinarsi è stimolato dall'interesse per entrare in contatto con l'altra, non per ubbidire a un cieco impulso di dominio o di subordinazione. Ha interesse per l'altra,  per come è e per come può diventare. Per perseguirlo mette in gioco la sua sensibilità, la sua capacità di ascolto e la sua empatia.  Lo fa per immaginare ciò che lei può pensare e sentire, per prendere così  parte al suo sguardo sulle cose. 

La relazione amorosa per lui, lunga o breve, ufficiale o clandestina che sia, è sempre una possibilità di stare bene non precludendendosi nulla ma facendo ogni cosa non contro di lei ma con lei.



lunedì 20 febbraio 2012

LA VERITÀ DELLE VISIONI

Può accadere,trovandosi a una festa o a una mostra, in birreria o a una conferenza, di scorgere una donna che fa letteralmente girare la testa, anche se percepita da lontano e solo per un breve attimo. Lo stesso accade per la strada: un passo su una gonna svolazzante, la scia di un profumo inebriante, un movimento del capo che muove una chioma fluente possono rapire all'improvviso l'attenzione e i sensi di un uomo, apparentemente occupato in tutt'altre faccende.

Sia che ci si trovi in circostanze che favoriscono la percezione illusoria – come nella penombra di una sala da ballo o nei bagliori di  una nave da crociera – sia nel bel mezzo della più piatta e insoddisfacente quotidianità, tale suggestione ha tutti i caratteri di una esperienza visionaria. Anche gli effetti sono del tutto simili a quelli procurati da un'apparizione: la fugacità dell'immagine si stampa nella mente dell'uomo con una fissità che ha ben poco da invidiare a quella di una esperienza reale. Benché le apparizioni non possono certo offrire certezze affidabili, in un caso simile le si conserva nella memoria  come se fossero conoscenze certe e preziose.

Tali apparizioni non hanno
in sé nulla di particolarmente deleterio, sono anzi espressione di una qualità preziosa in un mondo concentrato sulle cose utili o semplicemente necessarie. Testimoniano infatti del desiderio di una vita migliore, della capacità di concepire una realtà più ricca di possibilità e di stimoli di quella data. Ogni visione di questo tipo è animata dall'ottimismo di chi crede ancora in nuove possibilità nella propria vita, anche in quelle fino allora pervicacemente negate dall'esperienza. Ed è di certo cosa buona e utile se rimane ancora vivo il desiderio di bellezza e di perfezione in barba a tutti i compromessi e le delusioni a cui costringe l'esistenza.

Gli effetti negativi di fronte a cui il seduttore evoluto mette in guardia si evidenziano solo se non si ha la consapevolezza di come le visioni dicano molto dell'uomo, ma nulla o ben poco della donna. In tal caso può risultare inutilmente deprimente lo scontro tra l'attesa di perfezione suggerita dalla visione e le magagne di un sorriso non proprio smagliante, di un lessico tutt'altro che ricercato, di gesti e movimenti per nulla misurati ed eleganti. Qualcosa di ancora peggiore tuttavia accade se si rimane pateticamente aggrappati
alla propria visione come se fosse qualcosa di reale e si continua, contro ogni evidenza, a venerare una immagine che è solo interiore. Difficilmente una donna, d'animo mite o bellicoso che sia, può perdonare un senso della realtà tanto deficitario.

domenica 12 febbraio 2012

GLI APPETITI DEL SEDUTTORE EVOLUTO



"A dire la verità non sono del tutto convinto che il seduttore evoluto non sia il classico perdente. Ho appena finito il capitolo sulla bella vicina single e mi sembra che ci faccia proprio la figura del pirla. Prova a fare tutto quello che può con lo champagne, coi discorsi intelligenti e la mano allungata sullo schienale del sofà, con lei che sta lì tutta la sera a fare le moine, una gentilezza qua e una gentilezza là. Poi tra una cortesia e l'altra arrivano le due di notte e non si è ancora avvicinato di un millimetro. Boh! Se funziona così allora anch'io sono già un seduttore evoluto."

Capisco che alcuni lettori leggano il Manuale di seduzione per evoluti per capire come si raggiunga per la via più breve un unico, un solo obiettivo. Il seduttore evoluto però si rifiuta di perseguire uno scopo preciso. E questo non perché rinunci a volere qualcosa. Al contrario per lui il fissarsi su un unico interesse significa rinunciare a tante  cose. Non è che disprezzi ciò a cui ambisce il gentile autore del commento. Anzi lo considera certo una buona cosa. Quello che non gli piace  è semplicemente il suo disinteresse verso tutto ciò che comunque potrebbe dargli piacere.


Di certo una pura esperienza sessuale, tra tutte le esperienze con la bella vicina, è la più divertente di tutte.  Tuttavia il mirare a soddisfare unicamente l'appetito dei sensi è un fine piuttosto riduttivo per il seduttore evoluto. Il seduttore evoluto concepisce infatti l'esperienza amorosa anche come soddisfacimento di un altro appetito: quello della conoscenza, della curiosità verso tutto ciò che vi è di interessante in lei. Questo è un obiettivo che non si oppone affatto a quello puramente sensuale, anzi ne rende l'esperienza ancora più viva e intensa. Del resto anche un terzo appettito, vale a dire la voglia  di conquistare, di fare innamorare la bella vicina o chi per lei, corrisponde a un desiderio ben vivo nell'animo umano e molto apprezzato seduttore evoluto. 

Correre semplicemente verso un solo obiettivo, fare di ogni momento un mezzo al servizio di un unico fine, significa rinunciare al piacere di conoscere sia a quello di sedurre affascinando.

L'ideale del seduttore evoluto mira a conciliare i diversi appetiti, a non privarsi di nulla. È poi ovvio che, a seconda delle circostanze, può essere più impellente l'uno o l'altro, può essere possibile l'uno e non l'altro. In fin dei conti però sono imprescindibili tutti i tre gli appetiti della seduzione evoluta e tutti possono arrivare al massimo raffinamento e alla massima elevazione.


sabato 4 febbraio 2012

CHI È IL PERDENTE?




Non mi stupisce che ai più il seduttore evoluto non sembri proprio un gran seduttore: nel suo manuale non si contano i casi in cui consiglia al lettore di desistere, di lasciare scappare la preda. Sarebbe come  - si pensa - consigliare a un cacciatore che torni col paniere vuoto, di raccontare ai suoi amici di non avere trovato selvaggina alla sua altezza, di avere ritenuto la cartuccia del colpo più preziosa del bottino. Alle fine si conclude con una considerazione quasi più di sollievo che di rammarico: "Pensavo che il seduttore evoluto passasse di trionfo in trionfo, ma se non è il classico perdente poco ci manca".

In effetti al seduttore evoluto la metafora del cacciatore non calza proprio a pennello, anzi! Un cacciatore raccontando delle sue imprese assume il tono di chi narra di grandi gesta mitologiche: tenaci e astuti appostamenti, prontezza e audacia nel cogliere l'attimo, abilità e freddezza nel colpire il valoroso avversario. Il seduttore evoluto sa bene che il tempo degli eroi è quello del passato e che le loro gesta eroiche sono possibili solo nelle narrazioni mitologiche. La vita nella quotidianità attuale deve essere raccontata in ben altre forme. In forme, per esempio, caratterizzate da quel minimo di razionalità che aiuti a distinguere il verosimile dall'inverosimile, il possibile dall'impossibile e a evitare
così uno smacco certo con la rinuncia all'azione.  

La seduzione evoluta è per esempio ben attenta ai fastidi che si lasciano presagire anche quando gli eventi sembrano condurre verso un grande trionfo. Se il piacere di quest'ultimo non può controbilanciare i primi – un caso che si verifica più di frequente di come un seduttore ingenuo possa credere –  è allora bene che la razionalità si imponga intimando di dirigere altrove l'interesse e l'impegno. Chi è allora il perdente? Colui che sa abbandonare l'impresa in tempo utile o colui che, non sapendo fermarsi, vede trasformarsi il trionfo in grandi fastidi? Si può definire un vincente Dan Gallagher, l'avvocato newyorkese di Attrazione fatale che non sa riconoscere come il rovescio della medaglia dell'appassionata disponibilità della collega di lavoro Alex sia il terrore di una folle nevrotica?

Il seduttore evoluto non si ispira affatto all'eroe mitologico impersonato dal cacciatore che deve tornare necessariamente col carniere pieno altrimenti si sente un perdente. La sconfitta per lui è sempre relativa, sempre parziale e sempre riscattabile. Per questo non si sente un perdente anche quando non tutto fila secondo le sue attese o le sue speranze. Le  narrazioni delle sue vicende contemplano la possibilità di raccontare
uno smacco addirittura in modo bonario. Le gesta del seduttore evoluto sono, infatti, animate dalla consapevolezza di come la vita continui anche dopo un trionfo mancato. Finché l'indomani il giorno sarà ancora nuovo nessun verdetto può essere definitivo.

COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...