domenica 25 dicembre 2011

LE CORNA DEL SEDUTTORE EVOLUTO

                                                                 
È facile fare il gradasso filosofeggiando bellamente sull’infedeltà quando si sta dalla parte di chi se la gode. Ma se è la sua sposa o la sua compagna a prendersi  quelle libertà di cui lui stesso favoleggia è ugualmente in grado il seduttore evoluto di filosofeggiare altrettanto brillantemente? O non diventa piuttosto un agnellino piangente in balia di tutte le angosce del mondo? Insomma come si comporta il seduttore evoluto quando è a lui, non ad altri,  che spuntano le corna?

Se chi mi rivolge queste divertenti domande avesse letto il Manuale del seduttore evoluto avrebbe trovato già le risposte che cerca, giacché il manuale contempla anche questa possibilità che può mettere a dura prova anche il più evoluto dei seduttori. È infatti innegabile ciò che si afferma nel cortese commento: non è facile prenderla filosoficamente quando di una coppia non si è quello che dei due assume l’iniziativa di allontanarsi temporaneamente e prendersi altrove il suo piacere. Il seduttore evoluto di fronte a questa tutto sommato non improbabile circostanza nella vita di una coppia, ha tuttavia l’ambizione di fare tacere paure ancestrali per porsi la semplice domanda: “Ma che c’è di male? È forse la mia schiava e non la mia compagna di vita?” Chi gode del dono dell’incoscienza, vale a dire chi sa dimenticarsi per un po’ di tutto per darsi all’ebbrezza del piacere, non può non avere la maturità di riconoscere nella partner gli effetti benefici di questo dono. L’ebbrezza trascina infatti  via gli affanni, scuote il fondo del nostro animo, cancella la malinconia. La restituzione di una sposa o di una compagna alleggerita di timori e apprensioni e così disponibile al piacere, è la ricompensa che spetta al seduttore evoluto. Per questa ricompensa è disposto a mettere da parte le sue paure e a sentirsi vicino al piacere da cui altrimenti si sentirebbe escluso. La vita di coppia a cui aspira il seduttore evoluto non può non avere l’obiettivo di agevolare il godimento di entrambi. Per questo non la concepisce e non la sente come una totalità chiusa perché ambisce a convogliare in essa una pluralità di esperienze e circostanze piacevoli.


È ovvio che questa possibilità contempli il rischio di un allontanamento e di una perdita (inevitabile del resto in qualsiasi coppia). Tuttavia ha l’innegabile effetto positivo di legare i partner in modo piacevole, di onorare l’altro/a con il riconoscimento della sua inalienabile individualità. Il seduttore evoluto è in grado di superare quell’amor proprio che produce invidia del godimento altrui. Inoltre non ha bisogno di sentirsi il signore e il padrone della felicità altrui. Per tali amorevoli rinunce dagli effetti godibilmente spumeggianti, occorre però quella superiore coscienza di sé di cui può godere solo il seduttore negli stadi più evoluti.

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