lunedì 19 settembre 2011

LE BARRIERE NELL'APPROCCIO




Le buone opere letterarie evitano in genere di presentare esempi totalmente positivi che inducano all'imitazione. Al contrario mettono preferibilmente in scena quei difetti e quelle piccolezza che gli umani tendono a nascondersi. Ed è così che insegnano soprattutto cosa non si debba fare e come non ci si debba comportare. Nel dramma Torquato Tasso di Goethe – scritto nel 1790 e rappresentata per la prima volta nel del 1807 – la figura del grande poeta rinascimentale ci insegna come non ci si debba comportare quando ci si rivolge a una donna per dichiararle il proprio amore o anche solo il proprio interesse. L'errore fondamentale del poeta, ma anche quello più frequente di chi poeta non è, è quello di farsi dominare dal tumulto di sensazioni che possono cogliere di fronte a una donna attraente dimenticando ogni buona norma relazionale.

Concentrarsi unicamente su ciò che accade nella propria intimità ha come pericolosa conseguenza quella di  ignorare chi ci sta di fronte. Invece di considerare la bella donna a cui ci si rivolge come partner di una comunicazione da sviluppare in modo reciproco, la si degrada a semplice spettatore di una rappresentazione raramente di grande interesse: quella di sé, della proprie speranze e dei propri timori. Un attore che recita sulla scena lo si osserva e lo si giudica, non ci si mette a parlare con lui, non si manifesta se stessi, ciò che si è e si desidera. Tra un attore e il pubblico vi è infatti una parete invalicabile. Un approccio à la Tasso crea dunque distanze e barriere, l'esatto contrario insomma di ciò che normalmente si vuole ottenere. Del resto chi si concentra su se stesso e pensa solo alla gioia che l’incontro gli regala o al timore che gli procura, è il primo a erigere una parete. Non apprende nulla della persona che ha di fronte, della sua sensibilità, della sua disponibilità e della sua condizione.

Nell'avvicinarsi a qualcuno, in particolare nella seduzione,  non è ammesso tutto ciò che viene istintivo e spontaneo. Il Tasso di Goethe si sbaglia di grosso quando esclama: “È permesso tutto ciò che piace”. Giustamente la principessa lo corregge: “È permesso tutto ciò che è opportuno”. E certamente inopportuno in un primo incontro è l'inscenare una gioia che deve essere ancora conquistata. Allo stesso modo ha un effetto molto fastidioso il mettersi a tremare al pensiero che questa gioia potrebbe essere preclusa. Il risultato non può essere quello di rimanere soli coi propri fantasmi.

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