Il seduttore evoluto non si ferma di fronte a nessun ostacolo. I compiti più difficili, le imprese in cui ogni seduttore non evoluto si guarda bene da impegolarsi, sono la sua passione. Non c'è situazione che possa scoraggiarlo: dalla donna più felicemente sposata a quella inaccessibile come una fortezza medievale. Non lo fermano nemmeno differenze tanto marcate da fare pensare a una sua perdita del senso del ridicolo, differenze di età, di ceto, di cultura. Può impegnarsi tanto con una concorrente a miss mondo quanto con la meno stimolante catechista di una sperduta parrocchia di campagna, se ne intravede il senso oltre l'apparenza.
Occorre però precisare che in lui non agisce una volontà eroica e trionfante che piega il mondo ai suoi desideri. Al contrario è la volontà umile e realista di chi cerca quali opportunità esistono quando la ragione e l'esperienza suggeriscono che non ve ne sia alcuna. Per questo la sua volontà di agire è sempre guidata da una riflessione intenta a scoprire quello che è possibile quando nulla appare possibile. L'indugio riflessivo ha innanzitutto lo scopo di dominare la fantasia tenendola sotto controllo affinché sia ben chiara la differenza tra quello che si può immaginare e quello che si può fare. Solo così si possono poi aprire spiragli d'azione, indagare le varie forme che una relazione può assumere.
Spesso la riflessione suggerisce che è possibile sentire l'oggetto del desiderio solo come assenza. È a questo punto che una fantasia su cui si abbia completo dominio può regalare ciò che nessuna realtà potrà mai concedere: la presenza dell'amata come desiderio. Il conciliarsi con una felicità amorosa senza godere della presenza concreta dell'amata conduce inevitabilmente a valorizzare ciò di cui solo si può avere piene possesso: la propria capacità fantastica.

