giovedì 5 dicembre 2013
CHI AMA HA SEMPRE RAGIONE. O NO?
L'adultero ha un argomento a cui si può controbattere solo con strumenti di natura giuridica: nessuno, se non il giudice, può chiedergli ragione se questi afferma di essere guidato dalla forza di un amore che tutto sovverte. Al marito che si invaghisce della bella segretaria o dell'affascinante collega si può certamente fare pagare a caro prezzo la sua vitalità amorosa attraverso l'ingiunzione giudiziaria di una esosa corresponsione di alimenti. Allo stesso modo questi potranno essere anche del tutto negati se è la moglie a innamorarsi perdutamente del maestro di salsa cubana o di un compagno del corso di yoga. La via giuridica ha però un grave limite: può solo certificare l'accaduto, non prevenirlo. L'atto di giustizia non può mai ristabilire la situazione precedente, può al massimo trovare un succedano, benché a suo modo altamente gratificante come appunto ad esempio, una succulenta vendetta di ordine economico.
Il ricorso al comunque imperfetto sostegno della legge è reso necessario dalla umanissima convinzione che al cuore non si comandi e dalla conseguente forza che gli umani attribuiscono al semplicissimo argomento: “È l'amore che chiama, non posso farci nulla” o, in termini più poetici: “Amor che a nulla amato amar perdona mi prese del piacer si forte che come vedi ancor non mi abbandona". Nulla si può ribattere a chi si affida ad affermazioni di un simile tenore per negarsi al ristabilimento dell'ordine col ritorno all'ovile della coppia: chi ama ha sempre ragione. Ma è proprio l'avere ragione a renderlo, per così dire, schiavo dell'amore. Chi ama in tal modo si degrada a soggetto passivo: una parte di lui, quella sofferente e altrimenti ligia al dovere, è costretta, contro la volontà di un'altra sua parte molto più forte, a soggiacere alla forza crudele di una felicità a cui spetta ogni tributo e che richiede ogni sorta di martirio.
Quanto sia tuttavia fragile la posizione di chi affida la propria libertà sentimentale alla unanimemente riconosciuta ragione dell'innamorato si svela semplicemente con il ribaltamento della situazione, vale a dire quando la medesima forza viene messa in campo per tenere legata la persona amata, per fare insomma valere l'amore che si offre come una sorta di polizza a garanzia della stabilità relazionale. Se chi ama ha sempre ragione, ancora di più ce l'ha se l'amore è al servizio della sicurezza e della continuità della coppia. Proprio il consenso goduto dall'innamorato e dalla sua ragione, l'immediatezza istintiva con cui la si accoglie, ne rende il richiamo un'arma tanto insidiosa da potere facilmente esplodere nelle mani di chi vi si affida.
Il seduttore evoluto non ha la necessità di richiamarsi a principi superiori per giustificare le proprie azioni. Non pretende di avere la ragione dell'innamorato e non cade nella trappola del ricatto affettivo. La ragione che riconosce non è quella dell'amore, ma quella della vita stessa con le sue decisioni e i suoi rischi. Il suo agire più autentico non è nel riconoscere forze che lo sovrastano, ma nel godere della libertà e della responsabilità di decidere e di rischiare.
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