lunedì 27 agosto 2012

IL DOMINIO E LA SOLITUDINE


"Ho a lungo odiato il caso, non per i suoi capricci ma al contrario per la sua assenza, la sua ostinazione a non presentarsi. L'ho aspettato con impazienza affinché venisse a liberarmi della consuetudine, dalla prevedibilità, dall'organizzazione e dalla razionalità. Il suo manuale, benché un po' – solo un po' –  più interessante di altri, ha il pesante torto di non valorizzare il caso, considera anzi l'eros una faccenda organizzata, razionale, morale, troppo edificante e troppo saggia nella sua pianificazione pure del fallimento. 

Le voglio raccontare qual è il vero piacere della seduzione, un piacere che vive e si rafforza con l'unica vera anima dell'eros, l'amico più fedele della trasgressione, del dominio e della fuga: il caso, appunto.

Mia madre ha avuto la bella idea di regalare a me e a mio fratello un cellulare identico. Così ho pensato fosse il mio a segnalare un sms. Il testo mi ha lasciato solo qualche minuto di perplessità: "Ho voglia anch'io di conoscerti. Ci troviamo domani alle 13 al museo. Cordelia". Mi ci è voluto solo un attimo per capire che finalmente il caso veniva a concedermi un'occasione. 

Alle 12.30 mi aggiro per le sale della pinacoteca. So che un animo delicato e fragile di fanciulla non sa resistere alla tentazione di essere con largo anticipo sul posto del primo appuntamento. Non può non essere lei, una deliziosa biondina dallo sguardo vigile e speranzoso di incontrare un'anima delicata quanto la sua che voglia accorciare anche solo di qualche minuto l'attesa di un incontro. I suoi occhi osservano tremolanti intorno e disegnano di tanto in tanto sul giovane volto una leggera smorfia di delusione. Mi metto in piedi  accanto a lei. L'apprensione – verrà, non verrà? –  dà un rosa acceso alle sue guance, ne tende la pelle a la profuma di un aroma irresistibile che mi tiene legato all'alone d'aria che la circonda. 

Già poco prima delle tredici inizia a controllare con insistenza l'orologio, manca ancora qualche minuto all'una quando inizia a fare il giro delle sale: "Forse –  penserà –  mi è sfuggito ed si è fermato in un posto qualsiasi!". Mi siedo nella prima sala e conto intorno alle 13.20 almeno cinque suoi giri dall'inizio alla fine dell'esposizione. 

Alle 13.30 si siede esausta, delusa, affranta nella sedia nell'angola lasciata momentaneamente libera dell'addetto alla sorveglianza. Le passo di nuovo accanto, incrocio il suo sguardo  e le dico: "Scusa, cerchi forse tuo padre? Un signore si aggirava poco fa tra le sale e aveva tutta l'aria di essere alla ricerca di qualcuno". Mi osserva con un attimo stralunata, poi abbozza un sorriso muto, svogliato, sovrappensiero e se ne torna mogia a ripetere con la più esigua delle fiducie il suo giro.

La rivedo, sono le due, in piedi nell'atrio. Nessuna speranza anima più il suo sguardo. Ogni suo gesto esprime desolazione, timore,  spaesamento. "Non hai trovato tuo padre?" mi rivolgo ancora a lei con finta fraterna premura. Mi osserva sorpresa, con un sorriso, solo un sorriso, brevissimo ma di tutt'altra natura rispetto al primo: ora sa del segreto di una innocenza che comincia a perdersi. Potrei iniziare a parlarle. Una ragazzina incontrata per caso in un luogo pubblico in mezzo a gente che non conosce, si sente tanto fragile da accettare una conversazione con la prima persona gentile che incontra. Rispondo invece appena al sorriso senza lasciare emergere nulla di ciò che di lei so e ho capito. Mentre la saluto mi rifugio nell'espressione di chi crede  alle sue parole incongrue:  "Mi ha chiamato, ha avuto un contrattempo, ora arriva".

Gentile signore, Lei fa della seduzione un puro piacere estetico, vale a dire uno dei modi, forse un po' più saggio di tanti altri – solo un po' –  di separare l'eros dall'incontro con l'altra. Più che incontrarla desidera dominarla. Il dominio però gliela sottrarre all’attenzione, gliela camuffa e gliela nasconde. Soprattutto lascia intatta quella sua solitudine da cui è stato spinto ad occuparsi di lei. E pure le sue ossessioni sono rimaste quelle che erano. Le resta tuttavia il racconto che può mettere in scena liberamente il caso e il  piacere prodotto dal dominio. Anche se tutto il suo piacere si alimenta di pura immaginazione non è certo poca cosa e tuttavia non è abbastanza per vivere.



domenica 19 agosto 2012

LE METAMORFOSI DEL NO



Nel gioco della seduzione è molto frequente il caso in cui ci si debba confrontare con un rifiuto. Non tutti i "no" hanno però lo stesso senso e la stessa funzione, anzi le differenze sono notevoli e dipendono da molti fattori. Non è raro, anzi è piuttosto la norma, il caso in cui un "sì" si presenti inizialmente, se non proprio sempre, nelle ostili forme del suo contrario, con espressioni e atteggiamenti che sembrano contraddirlo. Per questo è importante lasciare il tempo affinché una qualsiasi resistenza possa evolversi e magari diventare la più appassionata delle disponibilità. Sarebbe, infatti, un peccato lasciare prematuramente il campo. La metamorfosi è del resto un carattere fondamentale della natura: una terra grigia e ostile sa trasformarsi piano piano col disgelo nel giardino più generoso in colori e profumi.

 
Tanto e forse più che dalle esperienze reali della vita, è da quelle immaginate della letteratura che si possono trarre indicazioni utili per come creare le condizioni affinché, per rimanere nella metafora floreale, l'ambiente metta i fiori e le piante del giardino nelle condizione di crescere dando il meglio di sé. In una lettera di Saint-Preux alla concupita Julie nella Nouvelle Heloïse di Rousseau, l'amante respinto adotta una strategia per verificare le possibilità di una metamorfosi del no. Saint-Preux confessando dolorosamente il proprio frustrato impulso amoroso le prospetta la per lui straziante possibilità di allontanarsi definitivamente da lei al fine di non coinvolgerla in una passione impossibile vista la loro distanza. La risposta di Julie è apparentemente, ma solo apparentemente in grado di togliergli ogni speranza: non è necessario che lui la privi della sua presenza giacché per lei non rappresenta nessun pericolo. La risposta, pur segno di beffeggiante freddezza, gli lascia un interessante spiraglio. Una reazione di Julie alla prefigurazione dell'abbandono da parte di Saint-Preux vi è comunque stata e questa mantiene lo spasimante come partner anche se solo in una relazione di natura amichevole. Tuttavia Julie accettandolo come amico accetta anche che la loro amicizia non plachi, anzi ne possa alimentare la passione e il desiderio.

 
Del resto Julie non avrebbe avuto molte altre possibilità, giacché una non-risposta avrebbe potuto essere intesa come la confessione della sua fraglità di fronte alla passione veemente di Saint-Preux. Quest'ultimo ha fatto la cosa giusta e non ha che mettersi in attesa di quello che in lei può mutare. Ora sta a Julie rendersi immune dal fuoco della sua passione o lasciarsi coinvolgere, bruciare con lui. C'è da credere che il prosieguo della lettura del romanzo di Rousseau inciti a giocare la carta dell'attesa vigile a attiva. Questo ovviamente senza dimenticare come in molti e diversi luoghi della terra lussureggino giardini colorati e profumati.




giovedì 9 agosto 2012

PROVACI ANCORA!



Anche chi vanta una certa evoluzione nel campo della seduzione può sentirsi facilmente disorientato da un fenomeno che ne caratterizza la prassi: l'incertezza nell'effetto dei propri comportamenti, l'imprevedibilità delle reazioni che si suscitano. Un venditore di prodotti assicurativi o di aspirapolvere d'alta qualità ha una idea abbastanza precisa su ciò che deve fare e su ciò che deve evitare. Non sempre ha successo, ma quando ce l'ha è perché non ha fatto l'errore di atteggiarsi in modo sbagliato o di dire cose inopportune. In ogni caso può sempre suonare il campanello di una abitazione potendo  contare su un bagaglio di esperienze che gli suggerisce cosa dire e fare di fronte allo sguardo stranito di chi gli apre la porta.



Nella seduzione si ha inevitabilmente la sensazione di non potere contare su nulla di certo e che occorra ogni volta azzerare l'esperienza precedente. Ciò che ha funzionato una volta può rivelarsi del tutto inutile in quella successiva. Lo stesso CD, lo stesso Cuba libre, lo stesso braccio appoggiato con nonchalance sullo schienale del divano possono condurre sì a una notte memorabile ma anche a una notte solitaria e magari anche insonne.
 
Allo stesso disorientamento non sfugge chi, avendo acquisito in grado di evoluzione superiore, rivolge la propria intelligente attenzione a cogliere i segni della comunicazione verbale e non verbale della bella ragazza al fine di calibrare al meglio la propria strategia di approccio. Un sorriso della medesima grazia, la più solerte delle collaborazioni al dialogo, o anche addirittura la più conturbante delle conversazioni possono essere il presupposto che porta indifferentemente al coronamento o alla frustrazione di un desiderio.

  
Sarebbe però del tutto improprio, nonché paradossale, ricavarne a sua volta la certezza che sia solo il caso a decidere per noi e che dunque ogni parola e gesto siano del tutto intercambiabili. Anzi, proprio l'incertezza e l'imprevedibilità degli esiti esige una preparazione ancora più attenta. Solo che non tutte le abilità si curano e si esercitano come quelle manuali e pratiche. Ve ne sono talune che, anche se perfezionate al massimo, non danno mai la garanzia del successo. Nessun campione può essere certo di non fallire il calcio di rigore decisivo. Anche il più acclamato dei pianisti non sa come gli riuscirà il prossimo  concerto. In questi casi l'attenzione non deve dirigersi sulla scelta di cosa fare ma piuttosto su come si debba essere, sull'atteggiamento con cui affrontare la situazione
 
Tra i molti suggerimenti del Manuale di seduzione per evoluti i più utili in tal senso sono quelli che insegnano ad apprezzare l'imprevedibilità come la strada  più efficace per scoprire la vita nei suoi sapori più veri e autentici. Non si tratta dunque di ridurla il più possibile al fine di ottenere ciò che si vuole o si pensa di volere. Si tratta invece di accogliere l'incertezza sperimentando ogni volta ciò che suggerisce sì l'esperienza passata ma anche l'intelligenza, la sensibilità e l'intuizione attuale. Il seduttore evoluto è allora come un ricercatore che sperimenta: prova nuove combinazioni di elementi e si mette in curiosa attesa di quello che può accadere. Risultati insoddisfacenti non sono il segno di un errore del metodo, ma una componente essenziale della motivazione a provare di nuovo.

COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...