lunedì 25 giugno 2012

IL RIPARO DEL PIACERE

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Tra tutte le predisposizioni d'animo negative la più deleteria per il seduttore evoluto è senza dubbio la paura: quella di sbagliare, di non essere all'altezza della situazione, di farsi male, fino a quella non meno dannosa di dovere portare la colpa di dolori altrui. È chiaro come il timore sia un elemento necessario in ogni nostra esperienza giacché – come per esempio si considerava nelle riflessioni sul pessimismo ragionevole – ci permette di affrontate esperienze importanti con la necessaria cautela. Del resto anche l'attenzione diretta a non provocare danni al nostri simili, in particolare a chi ci è più prossimo anche se solo provvisoriamente, è un aspetto decisivo di noi essere viventi giacché anche l'armonia ci appare un modo per scongiurare pericoli.

La saggezza del seduttore evoluto in fin dei conti si manifesta proprio nel sapere difendere ciò che dà piacere – sensazioni, parole, immagini, gesti, decisioni, scambi e così via – dall'attacco di elementi distruttivi. La sua arte è quella di costruire un tempo e uno spazio dove non possono entrare remore, riguardi e smarrimenti. Solo se il piacere è messo al riparo dalle preoccupazioni e dai timori dell'esistenza può dare il meglio di sé. Unicamente a questa condizione la stessa indole filosofica che si esprime altrimenti nell'indugio per riflettere, ponderare e discernere, ci suggerisce di lasciarci andare, di abbandonarci del tutto all'ebbrezza del godimento.

La saggezza sa dunque come il piacere sia incompatibile con qualsiasi sensazione di minaccia. Per questo ricerca un tempo e un luogo ben protetti e circoscritti. È un frammento in cui non deve entrare il tutto del nostra vita con il suo carico di esitazioni, pudori, riguardi, batticuori e quant'altro. La saggezza del seduttore evoluto  gli permette così di vivere pienamente anche in un breve ritaglio di vita. L'abilità di sospendere al momento opportuno ciò che ci è di peso, di metterlo da parte affinché non sia di intralcio, è una qualità che appartiene a pieno titolo alla saggezza. In caso contrario ogni accortezza filosofica è fine a se stessa, non serve per vivere ma al massimo per rappresentarsi.




mercoledì 13 giugno 2012

SOLO PER EVOLUTI: LA SEDUZIONE DELLA BELLA SUBORDINATA



Uno degli argomenti più spinosi e controversi del manuale è senza dubbio la seduzione della bella subordinata. I numerosi commenti di natura morale che gli sono stati riservati non hanno risparmiato severe critiche mettendo sul banco degli imputati sia l'uno sia l'altra. Del maschio di potere si giudica molto riprovevole l'utilizzo della posizione superiore per ottenere favori non proprio leciti o al massimo destinati solo a coloro che se li “sudano”, magari con la loro disinteressata generosità o con altri strumenti ammissibili quali la simpatia, la serietà, la premura, il senso del dovere e quant'altro. Alla bella subordinata non è riservato un giudizio più mite, anzi!  Per chi ama proporre argomenti morali nulla appare più riprovevole del mettere sul mercato la merce del sesso per averne in cambio i più diversi benefici.

Il seduttore evoluto si limita a fare proposte nel campo che gli è proprio e il capitolo del manuale sulla seduzione della bella subordinata fa ciò che può e deve essere di sua competenza: proporre riflessioni su come trasformare la propria posizione in un'arma di seduzione valorizzandone le prerogative ma non nascondendone le difficoltà. Non si può però per questo
dire che il seduttore evoluto sia indifferente alla morale: la strategia evoluta ha, ambisce ad avere, una qualità estetica con una sua moralità intrinseca. La sua tensione, per esempio, ad addomesticare il disordine dell'eros in armoniche forme relazionali pertinenti alle rispettive posizioni porta infatti a comportamenti di natura etica. Non è difficile, inoltre, riconoscerne gli effetti per così dire edificanti anche per la bella subordinata e questo proprio perché le impedisce di cadere nell'inestetismo, o per chi vuole nel peccato, di cavalcare l'eros come strumento e non, eventualmente, come fine.

La principale esortazione del manuale al direttore o al primario o al principale è quella di non lasciare mai emergere in modo diretto un interesse di carattere sessuale. Questa rinuncia deve però accadere senza soffocare nessuna pulsione, anzi valorizzandola: ogni stimolo erotico deve essere tradotto nel piacere dell'autorevolezza portata da una ammirevole competenza professionale e da, almeno apparente, irreprensibile correttezza. Se è, come quasi sempre accade, la posizione distante e autorevole ad aprire all'eros la bella subordinata allora è opportuno consolidarla ed esibirla nella massima coerenza.

La strategia consiste poi nel preparare e attendere la circostanza in cui il sogno impossibile possa concretizzarsi senza tuttavia contaminarsi con la scabrosa
realtà. Il manuale suggerisce i tempi e i luoghi in cui l'ebbrezza possa essere vissuta pienamente senza essere toccata dalla sobria ma potenzialmente molto esosa quotidianità. Come la ragionevolezza della normalità non deve contaminarsi di aspetti irrazionali, così l'irragionevolezza deve avere la possibilità di liberarsi senza il timore che venga inficiata da squarci di razionalità. Il manuale insegna come solo chi sa controllare e dominare i propri istinti possa anche aprirsi ai momenti che li liberano senza remore evitando però successivi effetti collaterali di grande spiacevolezza. Una faccenda dunque decisamente da evoluti.

mercoledì 6 giugno 2012

IL VOLITIVO OTTIMISTA E IL RAGIONEVOLE PESSIMISTA


Il seduttore evoluto è l'opposto del cliché
con cui si rappresenta, spesso per deriderlo, un seduttore. In quasi tutti i manuali specifici e in molte fantasie, in genere maschili ma non solo, lo si immagina come un volitivo ottimista che riesce a trasformare in realtà i propri desideri. Il seduttore evoluto non ha proprio nulla di quell'ottimismo incauto e cialtronesco che caratterizza molte delle avventure dei vari Casanova e don Giovanni. Al contrario il suo atteggiamento di fondo è quello di un prudente pessimista che agisce sempre guidato dall'osservazione e dalla riflessione. Il seduttore evoluto tende  dunque a essere almeno inizialmente più uomo di riflessione che di azione, più un filosofo in disparte che un attore sulla scena.

Proprio grazie al suo attento pessimismo riesce a sfuggire agli smacchi di chi, come il seduttore ingenuo dei manuali, mette in scena una fiducia illimitata nelle proprie possibilità. Si può allora dire che un seduttore non ancora ben sviluppato, veleggiando sulle ali dell'ottimismo, è portato a tonfi rovinosi. Il pessimismo dell'evoluto fa invece preferire i voli a bassa quota per sondare innanzitutto se esistono o no le condizioni per liberarsi in un felice volo ad altezze inebrianti. Si tratta in definitiva di una forma di diffidenza che nasce dal sapere come vanno le cose: non solo gli insuccessi possono portare a penose figuracce e alle relative frustrazioni, anche i successi nascondono insidie che una consapevolezza ignara e irriflessiva non sa nemmeno immaginare.

Non bisogna dunque confondere il pessimismo ragionevole del seduttore evoluto come una forma di invadente razionalità che blocca ogni slancio vitale. Al contrario il seduttore evoluto trova sì molto salutare la follia dell'ebrezza amorosa, tuttavia la ricerca solo quando vi siano le condizioni che offrano buone garanzie di liberarla. Il pessimismo del seduttore evoluto va quindi inteso come una medicina contro i mali dell'ottimismo inconsapevole, di attese ingenue e immaginarie.

COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...