Innamorarsi di qualcuno molto più giovane pare una esperienza tanto ambiziosa, inebriante e crudele da essere riservata solo a grandi donne e grandi uomini, come ad esempio Caterina II di Russia, Pablo Picasso, Charlie Chaplin, Demi Moore, Stefania Pezzopane e Flavio Briatore. Eppure non è così: anche per i comuni mortali può esistere la possibilità di trarre grandi benefici fisici e morali da una relazione con una persona molto più giovane.
La prima condizione è quella di resistere alla tentazione di pretendere l'impossibile. Nessuno può risultare sempre all'altezza della situazione, nemmeno dunque chi al posto dell'anarchica freschezza degli anni migliori gode della rilassata ragionevolezza dell'età. Se poi ci si illude di avere fatto dimenticare al tempo di lasciare i suoi segni, allora la catastrofe esistenziale è inevitabile. Nulla risulta più letale per la propria autostima dell'inevitabile fallimento di ogni misero tentativo di appianare le molte differenze con la persona amata. La velleitaria volontà di mantenersi come non si può più essere si annichilisce nell'inesorabilità del tempo che evidenzia le distanze proprio mentre si cerca di ridurle.
Un'ulteriore possibilità di scongiurare il tracollo è quella di rinunciare alla ripetizione di parole, gesti e sentimenti già adottati nel passato, magari pure con una certa incosciente frequenza. Se in origine l'amore si presenta come evento tanto unico e irripetibile da rendere l'amante dolcemente ebbro, ogni volta successiva l'ebbrezza rassomiglia sempre più ai fastidiosi vaniloqui degli ubriachi. La storia trasforma nella sua ripetizione ogni tragedia in farsa; in amore ogni replica dell'idillio si tramuta in una burla penosa, in una battuta fuori luogo, una gag da spettacolo di infima qualità.
Ciò che dunque occorre è sì uno sforzo di volontà, ma della volontà di non-volere, di rinunciare, di ridurre le pretese e di adeguarsi alla situazione. Aprirsi e consegnarsi a ciò che si è e si può fare è più faticoso della spesso tracotante accondiscendenza verso il proprio irrealistico orgoglio. Solo una volontà volta in questa direzione può permettere di dare un senso nuovo ai deficit dell'età, di viverli con fantasia e scevri da nostalgie e sensi di colpa.
Il volitivo sottrarsi alla ripetizione dello schema conosciuto di una storia d'amore rende liberi di inventarsi una esperienza amorosa che sia consona alle proprie possibilità e che valorizzi le distanze. Condividere gli spazi e il tempo di una vita nella coscienza del limite temporale della condivisione è la condizione che non nuoce ma che al contrario sola rende possibile un amore tra persone con diversa attesa di vita. Pensare al congedo come una necessità inerente alla storia d'amore nella grande differenza di età è anche un modo per liberarlo dalla sua tragicità: l'unico modo di non farla finire sarebbe quella di non iniziarla.
