L'idea dell'amore di gruppo non si può dire sia stata priva di interesse per il genere umano nel corso della sua lunga storia. Basti pensare agli antichi romani. Già nelle antiche Terme di Pompei si ritrovano immagini molto audaci di sesso di gruppo con amore saffico, rapporti orali, uomini che si intrattengono con più donne e viceversa. Non vi è da stupirsi se anche al giorno d'oggi accadono le stesse cose, se le così dette “orgie” alimentano le nostre fantasie erotiche e se si pensa siano uno dei modi più divertenti di trasgredire le convenzioni sociali. Dopo le comuni Hippies degli anni Settanta ora pare che il sesso di gruppo sia soprattutto popolare fra coppie alla ricerca di nuove emozioni e di una nuova vitalità nel loro rapporto. Si dice che pure gruppi di giovanissimi adolescenti vi si abbandonino dopo aver assunto droghe o bevuto alcol.
Il seduttore evoluto di fronte a questo fenomeno di sesso spinto e promiscuo non si chiede se sia giusto o sbagliato o se faccia bene o male. Vuole semplicemente capire come si possa viverlo assumendo la consapevolezza più completa possibile di ciò che si sta facendo. Occorre per esempio chiedersi se sia una pratica consona a noi spiriti moderni così orgogliosi della nostra individualità e così romantici da chiedere alla sessualità qualcosa che la trascenda e vada oltre il nudo atto dell'amplesso. Il nostro orgoglio di esseri evoluti ci impedisce spesso di riconoscerci nella istintiva spensieratezza degli animali. Loro non hanno bisogno di venire accettati come individui e non si chiedono quindi se sono semplici strumenti per il piacere altrui o soggetti con una loro volitiva e irripetibile personalità. Anche per questa ragione il pudore umano, completamente assente negli animali, non dipende dai vestiti ma dal nostro sentirci uomini. Se ci liberiamo dal pudore dobbiamo sapere che ci esponiamo all'angoscia di essere solo animali, dunque di non avere un nome e una storia, di non essere altro e di più di un istinto indifferenziato.
Il pudore, considerato allora come un sentimento di difesa della nostra umanità, non può essere un freno alla sessualità. Al contrario la libera dall'indistinto e la arricchisce del piacere di essere riconosciti nella nostra unicità, la rende una esperienza non replicabile che il partner, dunque, non può ritrovare con nessun altro. Il senso del pudore annientato in riti orgiastici in cui si trae godimento dai corpi come se fossero puri oggetti di piacere, non è solo difesa della propria intimità ma anche della propria libertà di essere e di essere riconosciuti per ciò che si è. Il pudore protegge il corpo dal diventare un oggetto in balia della voglia altrui, non dalla volgarità. Ne custodisce dunque la vita, la particolarità, la gioia di essere vivente.
Non è però detto che il seduttore evoluto debba privarsi di questa esperienza erotica plurimillenaria nella storia umana, nel caso ne avverta l'attrazione. Umana è anche la prerogativa di sperimentare, di rischiare e anche di giocare col fuoco sapendo tuttavia dei rischi che si corrono. È del resto inutile, anzi dannoso, nascondersi il fascino dell'apertura al nuovo e all'inedito, di certo uno degli impulsi più irresistibili dell'erotismo.

