venerdì 28 marzo 2014

QUANTO MI GIOVA?




È soprattutto nei momenti clou della nostra vita sentimentale che si scopre quanto l'amore sia bello e quanto sia vero. Tanto grande è il piacevole stupore della scoperta da non far vedere un'altra sua caratteristica almeno altrettanto importante: quella della sua utilità.

Tra le cecità dell'esperienza amorosa è questa non meno nociva di altre. L'affinarne la percezione anche nel bel mezzo dell'euforia amorosa, non può portare che benefici. Innanzitutto occorre riconoscere come, tra le caratteristiche dell'amore, il trarne giovamento è di certo la più duratura o, per i pessimisti, la meno labile. Molte sono le occasioni di dubitare della sua verità offerte dal susseguirsi di eventi nello scorrere del tempo. E anche la sua bellezza tende inesorabilmente a svanire sotto il peso degli anni che si accumulano. Invece gli effetti benefici, una volta goduti, non possono più essere revocati.

Chi poi sa compiacersi del giovamento psico-fisico strettamente personale ottenuto non si umilia, quando l'amore finisce, nel penoso ricatto affettivo che si traduce in esternazioni miserabili del tipo: “Ti ho dato tutto di me e ora tu mi lasci! Questa è la ricompensa per tutto mio amore!”. Se poi si arriva a pronunciare la fatidica frase: “Tu non mi hai mai amato” allora si cancella anche ciò che è stato bello e vero e da cui si possono trarre benefici almeno nel ricordo. Del resto è un atteggiamento piuttosto stolto quello di fare dipendere la decisione di gioire o rammaricarsi del passato da come si comporta successivamente il partnerInoltre, a pensarci bene, tra le parole d'amore più vere e autentiche, anche se lontane dal nostro senso poetico, vi è senza dubbio la dichiarazione: “Ti amo per puro egoismo”.

Anche quando poi verità e bellezza si rivelino illusorie, cosa importa se hanno portato un vantaggio tangibile!?! Più delle ossessive domande sulla verità e la bellezza è opportuno domandarsi: quanto mi giova?


martedì 11 marzo 2014

LA TORTA DELL'AMORE



La ricetta del vero amore, si pensa, ha nella durata uno dei suoi principali ingredienti. Se fosse una torta il vero amore si otterrebbe solo – così teorizzano i buongustai delle relazioni amorose – quando la lievitazione, l'amalgama e la cottura abbiano il tempo necessario per dispiegare completamente tutte le loro squisitezze. Un così dolce e duraturo sostegno all'esistenza abbisogna di qualità non comuni quali, tra le più note, la fede nella propria e altrui virtù, la speranza in un lieto fine e la carità della sopportazione quando necessario. 

Queste tre qualità tuttavia, affinché possano consolidarsi e fortificarsi, devono essere accompagnate da un deficit, precisamente quello della memoria. Se per coloro che godono di cattiva memoria il passato non può fare più danni, è ben diversa la situazione di coloro che invece devono sopportare i ricordi accumulati nel tempo. Chi non sa dimenticare tende, purtroppo, a dare meno importanza alle esperienze piacevoli e a sopravvalutare quelle dolorose. Per questa semplice ragione giunge a chiedersi con deleteria frequenza se l'amore vero sia effettivamente valutabile col criterio del tempo o se non ne occorrano piuttosto altri.

La conveniente generosità del perdono dei torti altrui è compito lieve rispetto all'altro corrispondente, a quello imposto dalla cattiva coscienza, autentica spina nel fianco di ogni solida memoria. Poiché quello che è stato è stato, è impossibile ripagare il debito contratto. La constante compensazione con gesti di eccessiva generosità, soprattutto quando non appaiono riconosciuti a dovere, rischia di tradursi in risentimento. Come si può sopportare serenamente la presenza di chi, nostro malgrado, ci ricorda le nostre miserie più delle nostre virtù?

Se si pensa invece alla felicità relazionale non nei termini di una torta impegnativa ma di un piccolo muffin da consumare all'occasione, allora anche chi ha il rovinoso talento di una memoria particolarmente ferrea può farsi una ragione di dolcetti non sempre né morbidi né dai gusti equilibrati. Prepararne un altro non sarà un'impresa. 

La soluzione, per chi non voglia rinunciare all'idea che amore e durata debbano coincidere, è quella di apprendere la difficile ma gratificante arte del dimenticare ciò che si ricorda. Chi è in grado di compiere tale sforzo ha buone probabilità di gustarsi la torta duratura di un lungo amore.





COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...