domenica 23 febbraio 2014

LE PROMESSE DELL'INTIMITÀ


Non è raro il caso in cui il seduttore evoluto si sorprenda a pronunciare la frase  “ti amo”, anche se è in fondo consapevole di andare in tal modo al di là delle sue reali intenzioni e possibilità. Questo accade quando circostanze particolarmente coinvolgenti appaiono impetuose come certi torrentelli di montagna che, pur esili, sprigionano una forza a cui è difficile resistere. In quel momento poco importa se, come ben si sa,  è poi destinata a placarsi nella inesorabile discesa a valle. Si tratta di una corrente che ha di certo le sue insidie, ma anche piacevolezze e possibilità a cui è spesso un vero peccato rinunciare. Per questo si può mettere tranquillamente in conto il fastidio successivo procurato dalle accuse scontate di essere inaffidabile e menzognero e concentrarsi sui ben noti vantaggi che ne possono scaturire.

A chi pretende in ogni circostanza sempre la stessa verità, occorre fare sapere che la verità vale, può valere, solo per il momento in cui la si trasforma in parole. Tutti sappiamo, e siamo in grado dunque di comprendere, come la forza di certe emozioni porti
a discernere il vero dal falso in modo completamente diverso da come lo si farebbe a mente lucida. Così si può tranquillamente affermare che esistono verità durature e altre che hanno vita più breve. Notoriamente le verità che si comprendono negli stati di eccitazione sono più brevi e fugaci di altre ottenute in situazioni emotivamente più sobrie. Non per questo sono meno vere e meno importanti nella vita intima, affettiva e relazionale degli umani.


Da non sottovalutare vi è poi il fatto di come non sempre il nostro parlare sia semplice descrizione del nostro essere e del nostro sentire. Di frequente sono le stesse cose che ci diciamo a cambiarci. Ripetere spesso la promessa d'amore, anche se avviene nell'ebbrezza dell'intimità amorosa, è un contributo non secondario alla nascita del sentimento amoroso. Molto di quello che siamo e facciamo non si crea prima ma solo mentre lo pensiamo e diciamo. Le parole, si sa, volano e noi talvolta voliamo con loro.


domenica 9 febbraio 2014

EROI PER CASO


La casistica delle relazioni che si iniziano per gioco ma che diventano poi molto impegnative è decisamente varia. Tra le più note si possono menzionare i compagni di scuola che un pomeriggio dopo l'altro di compiti in comune, approfittando della casa vuota, si dedicano a esercitazioni sicuramente più piacevoli di quelle scolastiche. Vi sono poi i giovani illibati che frequentano sale da ballo al fine di fare conoscenza con una generosa signora da adottare come “nave scuola”. Non infrequente è il caso di manager un po' sbadati che, per una volta, si illudono di poter trattenere senza troppe conseguenze la segretaria più carina in ufficio fino a tarda ora per occuparla in mansioni extra-contrattuali. Da segnalare vi è anche l'esempio dell'incallito donnaiolo spinto dal caso in un locale frequentato da gay e, pensando di fermarsi solo per una birra, scopre uno stupefacente orizzonte di emozioni.

Talvolta, se non di frequente, azioni e gesti a cui si attribuisce poca importanza hanno conseguenze che vanno ben oltre il progetto iniziale e producono effetti sconvolgenti. Il distinto signore che vediamo spingere una carrozzina con accanto una giovane mamma, può essere il manager che pensava di sostituire le consuete visite al night con gli straordinari sui-generis della bella e giovane segretaria. Se accade poi di scambiare per due sorelle una mamma accompagnata dalla figlia già grande è probabilmente perché i pomeriggi di studio e di dolce svago non hanno avuto come conseguenza bei voti a scuola ma una precoce maternità. Ed è sempre una sorpresa scoprire che la coppia fissa “signora con giovane ballerino” sono sposati da tempo. E che dire di un pranzo in famiglia quando il “patriarca” seduto a capotavola cerca di tanto in tanto teneramente la mano del suo compagno?

È  vero che l'istituzionalizzazione dei rapporti, nel matrimonio o in convivenze ad esso assimilabili, significa spesso un ricondurre all'ordine, e alla noia, relazioni nate proprio da un impulso al cambiamento, alla novità e alla sovversione. Per questo, generalmente, non si consiglia mai al manager benestante di divorziare per dedicarsi completamente alla giovane segretaria se non vuole trasformarla da generosa e disponibile amante a moglie parsimoniosa e sbrigativa. Ai giovani sposi si è invece prodighi di ammonimenti sulle durezze della vita e sulla giovinezza che rapidamente fugge. E anche al giovane ballerino, una volta provetto nell'arte amatoriale, gli si ricordano tutti i vantaggi della gioventù tacendogli quelli dell'esperienza.

Tutta questa saggezza non fa però che lasciare le cose così insoddisfacenti com'erano e come sono sempre state. Nessuno infatti, né il manager, né i giovani studenti, né il ballerino inesperto e né il distratto donnaiolo, possono prevedere le dimensioni di ciò a cui danno inizio. Per questo è utile mettere in conto di potere provocare qualcosa di molto più grande, utile e importante della pericolosa banalità che si era pensata. Ciò che si è fatto per gioco o per noia è talvolta in grado di sconvolge la vita e con essa certezze unanimemente riconosciute: che sia meglio un manager ancora non divorziato e in possesso di tutti i suoi beni rispetto a un manager col reddito decurtato e senza casa in Sardegna ma con una nuova benché sobria vita davanti; che sia preferibile una giovinezza instabile e incosciente a una maturità serena e saggia; che sia opportuno spendere subito la giovinezza senza tenersela dentro, magari per liberarla una volta che i figli siano cresciuti; che sia raccomandabile soffocare quella parte di natura in noi che non è in armonia con le convenzioni sociali.

Non è detto che cose grandi si possano compiere solo con gesta eroiche. A volte è proprio il contrario: scelte immediate, grossolani e comode si aprono su sentieri tanto arditi quanto provvidenziali.

COLTA SUL FATTO Ero andato ad aspettare Olga all’aeroporto, lo facevo spesso per evitarle la fila ai taxi. L’avevo intravista gi...