La seduzione della bella collega

Non vi è bisogno di dati statistici rilevati su basi scientifiche, è sufficiente guardarsi un po’ attorno  per rendersi conto di come l’ambiente di lavoro sia un territorio di caccia privilegiato per coloro che sono alla ricerca delle gioie di una relazione amorosa. Proprio là dove la vita mostra il suo volto meno allettante, quello del dovere, si offre come stimolo per cercare vie di uscita al tedio e all’impegno forzato. E pure una occupazione gratificante non solo lascia opportunità ed energie per aprirsi ad ogni altra forma di piacere ma addirittura le moltiplica. Per chi sta già bene è più facile stare ancora meglio.
Ogni buon cacciatore è tuttavia ben consapevole di come le piste più battute presentino difficoltà subdole, difficoltà ignote ai più: vi si accalcano appunto perché non le sanno vedere. Per questa e per tante altre ragioni il territorio di caccia del lavoro esige almeno tanta attenzione e tanto impegno quanto qualsiasi altro territorio. Se è vero che il potere entrare in determinate zone, per esempio in certe riserve, dà la sensazione di trovare benefiche agevolazioni, è altrettanto vero che un’impresa facilitata in modo artificiale può fornire gratificazioni all’altezza dei propri desideri solo a coloro che sanno ingannarsi con sensazioni illusorie. Ma alla lunga nulla di sensualmente gratificante può essere ottenuto con facilità, nemmeno da coloro che possiedono la più generosa delle fantasie. Per questo il seduttore evoluto sa distinguersi da tutti gli altri nel valutare ogni specifica situazione, nel discernere i comportamenti più appropriati, per esempio, in base alla posizione gerarchica all’interno dell’ambiente di lavoro. Il manuale insegna dunque innanzitutto a distinguere quali debbano essere i comportamenti più opportuni per sedurre una incantevole subordinata, quali invece lo sono se l’oggetto del proprio desiderio è una splendida collega di pari rango e, infine, quelli nel caso si ambisca all’affascinante superiore.